I gufi lasciamoli da parte e, per una volta almeno, guardiamo in positivo i cento giorni che mancano all’inaugurazione di Expo 2015 partendo dalla dichiarazione di Giuseppe Sala, commissario unico per Expo 2015, secondo cui i lavori nel grande cantiere di Expo saranno ultimati l’8 aprile, venti giorni prima dell’inaugurazione. In quella data alla Triennale di Milano si aprirà la mostra Arts and Food, per la quale si stimano un milione di visitatori.
Una buona fetta della ben più consistente cifra dei 24 milioni di visitatori attesi per Expo, di cui 7,2milioni già in possesso del biglietto d’ingresso.
“L’obiettivo è ambizioso ma ancor più ambizioso è il nostro piano per vendere 10 milioni di ticket entro il 1° Maggio, giorno dell’inaugurazione” afferma Sala.
Cosa faranno i 20 milioni di visitatori? La speranza è che in quei mesi si percepisca la cosa che forse ancora manca: l’anima di questa manifestazione che, ricordiamolo ancora una volta, non è una immensa fiera del cibo, ma è l’evento culturale del cibo.
In quei mesi, a cominciare da ora, dobbiamo dare valore al tema grazie al quale l’Italia si è aggiudicata l’evento: Nutrire il pianeta, Energia per la vita.
E questo vuol dire confrontarsi sui temi dell’alimentazione in ogni sua componente; vuol dire discutere di salute e di benessere cercando le soluzioni per superare la dicotomia assurda di un miliardo di persone malnutrite e un miliardo di persone obese nel mondo; significa mettere in evidenza tematiche come lo spreco alimentare e il land grabbing, ma anche le contraffazioni degli alimenti che, per un Paese come l’Italia, generano un’economia di 60 miliardi di euro sottratti ai prodotti autentici del made in Italy.
Ci sarà ovviamente anche il lato ludico-gastronomico ad Expo, la possibilità di mangiare specialità di tutto il mondo, cucinate da grandi chef o tramite il semplice street food.
Piero Galli, responsabile della gestione eventi di Expo, snocciola alcuni dati, abbastanza impressionanti: 26 milioni di pasti consumati, 50.000 tonnellate di cibo e bevande per un giro d’affari comlessivo distribuito tra i 140 ristoranti delle mazioni presenti, 20 cucine regionali proposte da Eataly, 17 ristoranti affidati alla gestione di Cir food, 32 postazioni di street food.
Tutte strutture che stanno riempiendo lo scheletro che oggi appare nell’area destinata all’Esposizione, che sta giorno dopo giorno assumendo una fisionomia, contro ogni atteggiamento di criticità. E allora diciamo grazie ai 2.600 operai che ogni giorno e ogni notte lavorano nel grande cantiere di Expo 2015 per rispettare la scadenza che permetterà all’Italia di fare una gran bella figura.
Luigi Franchi