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16 ottobre: World Food Day

15/10/2021

16 ottobre: World Food Day

Perché un World Food Day? Perché serve una Giornata Mondiale dell’Alimentazione come quella voluta dalla FAO nei 190 paesi del mondo dove opera l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura che, non per caso, ha la sua sede istituzionale proprio nel nostro Paese?

Perché è indispensabile che intorno al cibo si faccia cultura per evitare che il 14% del cibo nel mondo vada perso a causa di errori nel raccolto, nello stoccaggio e nei trasporti. Oltre a questo, il 16% viene ulteriormente sprecato dai venditori, dalle catene di ristoranti e dalle persone comuni. Pensate quanto lavoro, quanta acqua consumata, quanti soldi per del cibo che non viene mangiato da nessuno.

Ovviamente non basta un giorno all’anno per fare cultura del cibo; questo è un processo lento che, però, può essere accelerato proprio ora, proprio grazie ad una nuova sensibilità che la pandemia ha fatto emergere insieme a un utilizzo degli strumenti digitali aumentato a dismisura: l’azione ideale di questa Giornata Mondiale delll’Alimentazione, per tutti noi, sarebbe quella di dedicare un po’ del nostro tempo a visitare il sito www.fao.org/world-food-day/it per entrare in contatto con la cultura del cibo, per leggere storie bellissime di eroi del cibo in tutto il mondo, per scoprire quanta condivisione può regalare un alimento.

Oppure applicare una regola fondamentale che mette a tacere ogni moda dietetica: mangiare di tutto un po’. Cosa significa? Che la carne, ad esempio, non sono solo filetti e costate. E qui un plauso va a quei ristoratori, come Franco Cimini, dell’Osteria Mirasole di San Giovanni in Persiceto (BO), che della frisona, la vacca da latte del Parmigiano Reggiano, utilizza tutto quando arriva alla fine della sua lattagione rendendo un contributo importante ad evitare uno spreco immenso. Altrettanti chef e ristoratori, in Italia e nel mondo, soprattutto giovani, hanno capito che si possono fare piatti straordinari con il quinto quarto, evitando lo sperpero di tagli di carne che altrimenti sarebbero destinati solo ad hamburger o allo smaltimento, con costi enormi per le comunità.

16 ottobre: World Food Day

Così come per il pesce; non ci sono solo salmoni, tonni, branzini nei mari del mondo. Anzi, questi pesci sono considerati, se ci pensate bene, spazzini del mare perché divorano tutto ciò che incontrano, mettendo a rischio una biodiversità per ora ancora straordinaria. Solo nel Mare Nostrum, il Mediterraneo, esistono 700 specie diverse, 28.000 nei mari e negli oceani di tutto il mondo. E noi continuiamo a mangiare i soliti dieci. 

“Una volta si studiava come pescare di più, oggi come essere più selettivi, per catturare solo i pesci di interesse commerciale”, spiega Mauro Marini, oceanografo del Cnr-Ismar di Ancona. O ancora dell’ortofrutta che deve essere perfetta, lucida, colorata altrimenti no, non la compriamo. Salvo poi capire che questa perfezione ha una durata talmente limitata nei frigoriferi delle nostre case che questi alimenti sono i più sprecati in ambito domestico. Usiamo questo World Food Day per pensare a queste cose, per non commettere errori banali che, sommati, costano miliardi di euro alle comunità di tutto il mondo e mettono a rischio anche la nostra salute.

 

Luigi Franchi 

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