Assica, l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria, ha presentato a
TuttoFood l’evento agroalimentare di Milano, i
dati sull’export del settore che evidenziano per tutto il 2014, una
forte crescita.
Secondo l’ISTAT lo scorso anno l’export nel settore salumi ha raggiunto quota 148.830 ton (+4,7%) per un
fatturato record di 1,260 miliardi di euro (+6,3%).
Un buon risultato in termini di volumi e soprattutto in termini di valori, maturato in un contesto ancora caratterizzato dalla crisi e dall’ aumento delle barriere non tariffarie (USA e Russia).
Questo dato evidenzia anche un migliore risultato di questo settore rispetto all’industria alimentare (+3,5%), e decisamente più brillante di quello complessivo del Paese che ha chiuso con +2%.
Nicola Levoni, Presidente di Assica, si ritiene soddisfatto: “
Dal 2008, nonostante gli effetti che la crisi economica ha avuto sull’economia reale e sui consumi, l’export di salumi ha sempre mostrato trend di crescita, rappresentando spesso la principale forza trainante del settore. L’obiettivo dell’industria alimentare da qui al 2020 è quello di portare il valore delle esportazioni a quota 50 miliardi, così come previsto dal piano strategico del governo. È questo un impegno che condividiamo con il resto dell’industria alimentare e che il nostro settore - uno dei più rappresentativi del Made in Italy alimentare- intende perseguire con tutte le proprie forze”.
I dati nello specifico riferiti all’export dei salumi, riportano, all’interno della Unione Europea,
un contributo positivo in termini di fatturato da tutti i nostri principali partner commerciali, con il
Regno Unito e l’Austria in evidenza, mentre in lieve flessione sono solo i quantitativi inviati verso la Francia.
Positiva la performance verso la Germania che si conferma il principale partner commerciale sia in quantità sia in valore, grazie al buon andamento degli invii di prosciutti crudi, salami pancette e insaccati cotti.
Ottimo 2014 per le esportazioni verso
il Regno Unito grazie agli incrementi di domanda di tutte le principali categorie di salumi, con l’unica eccezione dei salami, e molto positivi anche i contributi di
Austria, Croazia, che ha beneficiato di una domanda tornata ad orientarsi verso prodotti a maggiore valore aggiunto, e
Spagna.
Nonostante l’inasprimento delle barriere non commerciali e l’embargo russo, che ha visto un calo del 42,7% solo per questo Paese, il 2014 registra un
andamento molto positivo anche per gli scambi con i Paesi extra UE. In particolare verso gli
Stati Uniti, primo mercato di destinazione con 7.365 ton (+16,4%) per 86,8 milioni di euro (+18%). Un risultato molto importante, soprattutto se si considera che a causa delle normative sempre più penalizzanti i costi di sdoganamento delle spedizioni sono aumentati di circa 4,150 milioni di euro su base annua. Inoltre si è di fronte al fatto che non è ancora possibile esportare i prodotti a breve stagionatura, i quali darebbero un contributo di almeno altri 30 milioni di euro all’anno solo nella fase di apertura del mercato.
Nel corso dell’anno è emersa anche la presenza del
Giappone con acquisti aumentati del 27,4% in quantità, e del
Canada (+20,2%) che hanno visto una crescita di tutte le categorie di salumi.
Lucilla Meneghelli