Colpisce questo museo per come è tenuto e per la bellezza dei dipinti, enormi, che espone (opere di Pontormo, Franciabigio, Raffaellino del Garbo, Giuliano Bugiardini, Giovanni Antonio Sogliani e Bachiacca). Più di tutto però a rapire è l’affresco del Cenacolo (del 1520/25) su un’intera parete, l’opera più importante di Andrea del Sarto: un’espressione di novità rispetto ad altri cenacoli di monasteri fiorentini, persino nell’utilizzo dei colori. Una delle pochissime opere sopravvissute all’assedio di Firenze perché pare che abbia ammaliato gli stessi soldati.