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A Pasqua calo di italiani in vacanza

10/04/2012

A Pasqua calo di italiani in vacanza
Il consuntivo delle vacanze pasquali è a tinte fosche: un decremento del 4% del giro d’affari e del 10% di vacanzieri che solo in 9,5 milioni hanno deciso di mettersi i viaggio per le festività, contro i 10,6 dello scorso anno. “La crisi dei consumi in generale e turistici in particolare delle famiglie italiane non accenna a diminuire, nemmeno in un periodo tradizionalmente festivo quale quello pasquale”. È il commento del Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, alla lettura dei risultati di un’indagine effettuata dall’Istituto ACS Marketing Solutions dal 29 marzo al 2 aprile con il sistema C.A.T.I. (interviste telefoniche) su un campione di 3.001 italiani maggiorenni rappresentativo di oltre 50 milioni di connazionali maggiorenni.
Un segnale di per sé allarmante, reso ancor più preoccupante dalla motivazione che l’indagine di Federalberghi ha evidenziato: il 49,9% di chi ha dichiarato che non ha fatto vacanze a Pasqua, pari ad oltre 25 milioni di connazionali, ha attribuito tale scelta a ragioni economiche.
“Ciò a fronte di un sistema alberghiero che – spiega Bocca – ancora una volta ha lasciato ferme le proprie tariffe, se non diminuite in non pochi casi, proprio per venire incontro alle difficoltà finanziarie delle famiglie italiane, segnale invece prontamente colto dalla clientela internazionale che sempre per le festività pasquali mostra chiari segnali di recupero dei flussi”.
Dei 9,5 milioni di italiani che sono partiti, con una media di 3,5 notti, come nel 2011, solo il 9,5% (rispetto all’8% del 2011) ha varcato i confini nazionali scegliendo mete  straniere, mentre  il 90% è rimasto in Italia (come nel 2011), scegliendo nel 37% delle preferenze il mare e la montagna nel 24%.
In crescita le località d’arte che hanno toccato il 21% (rispetto al 15% del 2011), i laghi col 7%, rispetto al 4% del 2011, ed un 2% in località termali e del benessere (rispetto all’1,5% del 2011).
All’estero le preferenze volgono verso le capitali europee, con il 65% dei consensi (rispetto al 50% del 2011), seguite dalle località di mare con il 21% (rispetto al 23% del 2011).
Nelle strutture d’ospitalità, si mantiene in testa l’albergo con il 28% delle preferenze (in forte contrazione rispetto al 33% del 2011), seguito dalla casa di parenti o amici con il 26% (rispetto al 21%) e dalla casa di proprietà stabile al 19%.
In incremento i villaggi turistici col 5% (rispetto al 3% del 2011), mentre in flessione rispetto agli anni passati è l’agriturismo con il 5% rispetto al 6% del 2011.
La spesa media pro-capite (comprensiva di trasporti, cibo, alloggio e divertimenti) quest’anno si attesta sui 329 Euro rispetto ai 309 del 2011 generando un giro d’affari di 3,13 miliardi di Euro (rispetto ai 3,27 miliardi di Euro del 2011) per un decremento del 4%.
Nel dettaglio chi resterà in Italia spenderà in media 288 Euro (rispetto ai 287 Euro del 2011), mentre chi andrà oltreconfine spenderà una media di 682 Euro a persona (rispetto ai 637 Euro del 2011).
A conclusione, il consueto sollecito del Presidente di Federlaberghi ad avviare un confronto tra Governo, Imprese e Sindacati per stabilire alcune priorità senza le quali il sistema turistico nazionale rischierebbe di vedere compromessa anche la prossima ed altrettanto imminente stagione turistica estiva”.
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