Ristretto, lungo, americano, marocchino, con latte freddo o con latte caldo a parte, d’orzo in tazza grande o in tazza piccola, macchiatone in tazza grande, macchiato, schiumato, gocciato, al vetro, con panna, e tanti altri modi per ordinare un caffé, ognuno dei quali meriterebbe un approfondimento.
A Trieste, città in cui in molti sostengono si faccia il migliore caffè italiano, è molto richiesto il “goccia”, un caffè in tazzina con una goccia di schiuma di latte, ma ancor di più gettonato è il “Capo in B”, dove “capo” sta per cappuccino e “B” sta per “bicchiere” rigorosamente in vetro, da un ottavo, come quelli da osteria.
Si tratta di un minicappuccino riempito fino all’orlo con schiuma, che ha origini austriache, ma dove la schiuma non si mescola al caffè, ma sta in sospensione.
Alla pasticceria Pirona di Trieste, uno dei locali storici italiani, dove tra il 1910 e il 1914, faceva colazione James Joyce, lo Scrittore Irlandese autore di Ulysse e Gente Di Dublino, che in città lavorava come insegnante di Inglese, il caffè è un optional della pasticceria, ma che optional…