Per arrivare, in automobile o ancor meglio a piedi, ci si inerpica da
Arola per una lunga stradina ombreggiata che corre lungo le antica mura di cinta. A valle, il selvaggio azzurro del mare di
Vico Equense e di
Sorrento, a monte il suggestivo
Parco dei Lattari e sullo sfondo lui, il
Vesuvio, a dominare solenne su tutto.
Villa Giusso Astapiana accoglie con un silenzio a cui non si è abituati. Un cartello, eretto ai margini del parco all’ingresso, recita
“Viaggiatore, tu che sei giunto sin qui, contempla la bellezza della natura, dimentica le impetuose vicende della vita, ascolta il sussurro del silenzio e la voce della tua anima”. Una premessa che ha una prima, inevitabile, conseguenza: chiudere gli occhi e respirare davvero, l’aria che profuma di macchia mediterranea e i pensieri che si fanno sempre più freschi. Non è necessario spegnere il telefonino, perché qui miracolosamente non prende.
La residenza è una dimora antica sorta come monastero nel Seicento, divenuta sito reale con il ritorno dei Borbone sul trono di Napoli e dal XIX secolo proprietà della famiglia Giusso, che vi istituì dapprima un innovativo allevamento di bachi da seta - decimato dopo solo pochi decenni per un’epidemia che colpì tutta la penisola sorrentina – e quindi trasformata in tenuta di campagna. Villa Giusso, luogo di ricordi spensierati, di natura vera, di conoscenze ancestrali tramandate da generazioni, è oggi il progetto di vita di
Giulia Elefante Giusso e di sua figlia,
Giovanna Rispoli: “Mentre le nostre campagne si stanno spopolando, noi abbiamo voluto tutelare le nostre radici e il nostro passato e far sì che della terra si possa ancora vivere dignitosamente” ci ha raccontato Giovanna.
Sui quattordici ettari di terreno che abbracciano il corpo centrale rivive l’albero sacro dei frati camaldolesi, l’olivo, da cui si produce olio extravergine; ma non solo, corbezzoli, giuggiole, sorbe, mirti, castagni, tigli, ulivi, ciliegi, pini, lentischi disegnano per l’ospite un paesaggio incantevole davvero di altri tempi. Inoltre, la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della biodiversità ispirano le padrone di casa alla gestione etica di questo luogo straordinario: “Per irrigare il prato e l’orto abbiamo ripristinato le antiche cisterne che raccoglievano l’acqua piovana” spiega la signora Giulia, una donna che non ci si stanca mai di ascoltare. “ Cerchiamo di riprodurre alcune piante a rischio di estinzione, come la salvia sclarea che usiamo anche in cucina, e sopra di tutto c’è la filosofia del recupero: i mobili e gli oggetti delle camere e degli spazi comuni sono originari della mia famiglia, anche i quadri, le fotografie, i cristalli. Sono oggetti che posseggono una storia, e in questo modo la loro energia rivive ogni giorno.” Le bellissime e accoglienti dieci camere e gli appartamenti sono stati a loro volta ricavati,
nel restaurare gli edifici, dalle cellette dei monaci. La ricca colazione, preparata con frutta, dolci e pietanze cucinate quotidianamente nel rispetto della tradizione culinaria locale, è servita nell’antica e spaziosa cucina di maiolica verde, posta da sempre a est per essere illuminata dal prezioso sole del mattino.
Per gli ospiti, la scelta è ampia: potranno leggere un libro godendo il piacevole relax della terrazza panoramica, addentrarsi nella campagna alla scoperta degli scorci marini e degli alberi secolari, passeggiare nel parco, cimentarsi nel salutare percorso benessere dei sentieri esterni, visitare la cappella di famiglia, il salone delle feste, il cellaio e il museo de la maison: negli ambienti del sottotetto sono esposti infatti gli oggetti quotidiani della vita di un secolo fa, come antichi abiti di famiglia, giochi per bambini, il necessario per l'igiene personale, oggetti sacri e tante altre curiosità.
Giulia e Giovanna producono, oltre all’ olio extra vergine di oliva, riconosciuto nel 2005 dop Penisola Sorrentina, la melannurca campana igp, la noce di sorrento igp, il kaki napoletano igp, il limone e il pomodoro di Sorrento, la melanzana "cima di viola", la zucca lunga di Napoli, il broccolo "friariello" di Napoli, la mela limoncella e la nocciola mortarella campana: tutti ingredienti utilizzati nel
Ristorante della tenuta, da poco aperto non solo per eventi e cerimonie ma anche a la carte, la meta ideale per coppie romantiche, famiglie in cerca di relax, visitatori gourmet e buongustai di ogni latitudine. Si organizzano inoltre corsi di cucina, team building per aziende, meeting, degustazioni e molto altro ancora.
Ma qualunque sia il motivo che conduce fino a qui, di una cosa siamo certi: non si può non ricordare con nostalgia, non si può non amare, non si può non ripartire con una nuova, ritrovata, energia. E non si può non tornare.
www.astapiana.com
Alessandra Locatelli
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