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A Vinitaly gli incontri sono autentiche sorprese

03/04/2023

A Vinitaly gli incontri sono autentiche sorprese

Vinitaly 2023! Il rigore è ancora più forte e questo è un bene per una manifestazione che accoglie persone venute da ogni parte del mondo per conoscere da vicino il vino italiano.

 

Per rigore intendo la gestione dello spazio fieristico di Verona, la forte limitazione agli accessi di un pubblico che non sia professionale. Vi ricordate le edizioni di qualche anno fa?! 

A Vinitaly gli incontri sono autentiche sorprese

Non è un caso che anche la città stessa sia pienamente coinvolta nella valorizzazione dell’evento, con Vinitaly and the City, come testimonia l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese: “Per i nostri espositori e operatori professionali, Verona rappresenta un valore aggiunto che amplifica la vocazione business della. Una propensione che vogliamo potenziare sempre di più, rimarcando la diversità di target tra Vinitaly e Vinitaly and the City, che da quest’anno ritorna sotto la nostra regia organizzativa. Verona è un palcoscenico internazionale straordinario - ha aggiunto infine Danese – che la fiera contribuisce a valorizzare anche attraverso la visibilità mediatica che Vinitaly genera ogni anno in Italia e all’estero: nel 2022 quasi 4miliardi di audience nella settimana clou della manifestazione”.

 

Ci sono più di cinquanta eventi in questi giorni nella città scaligera, ma guardiamo dentro alla fiera cosa succede. La prima cosa che balza all’occhio è il cambio di passo della comunicazione del vino; i produttori, per la stragrande maggioranza, approcciano gli ospiti raccontando i loro territori, prima di parlare di vino.

 

Questa modalità, spontanea, si rivela un argomento fondamentale; è sempre più forte la curiosità verso il mondo del vino ma chi beve, chi assaggia, chi compra per le proprie enoteche o ristoranti sa cosa chiedono i suoi ospiti quando viene il momento di scegliere una bottiglia: il racconto del terroir, le scelte del produttore.

E allora ne abbiamo visitate un po’ di cantine che hanno questa predisposizione al territorio e che saranno in fiera fino al 5 aprile.

 

Cominciamo da Cantine Bonelli di Rivergaro sui Colli Piacentini (pad. 1 Emilia-Romagna); una cantina che vanta più di 75 anni di storia, che negli anni ha letteralmente inventato un vino di territorio – il Trebbianino Val Trebbia – perché, afferma Elena Bonelli: “Mai come oggi il senso di responsabilità verso il futuro guida le nostre scelte in ogni aspetto della produzione. A Vinitaly abbiamo portato i valori che definiscono la nostra identità e di cui i nostri vini sono autentica espressione, da più di 75 anni”.

La Val Trebbia (PC)La Val Trebbia (PC)

Di territorio parla anche il Consorzio del Custoza (Pad. 4 stand G7), la DOC definita il vino bianco dei veronesi. Minerale, fresco e generoso, il Custoza è lo specchio del suo territorio e la missione del Consorzio è farsi paladino dei suoi valori e delle sue bellezze. “È un lavoro di squadra – sottolinea la presidente Roberta Bricolo, di recente confermata alla guida del Consorzio per il suo secondo mandato – dove tutti gli operatori del territorio si uniscono per migliorare l’esperienza all’interno di questa meravigliosa zona: dal turismo alle attività all’aria aperta, dal cibo all’ospitalità e dalla natura alla cultura. E, ovviamente, a tutte queste iniziative fa da sfondo il vino, un’espressione autentica del territorio. Il mio compito in quanto presidente è proprio quello di dare nuovi stimoli, nuovi input per rinnovare l’offerta di Custoza”.

 

Il territorio di CustozaIl territorio di Custoza
Proseguiamo questo viaggio nei territori italiani per varcare le soglie dell’Appennino e arrivare in Val d’Orcia, a Podere Forte, una delle aziende più attente al territorio e all’innovazione tra quelle del nostro Paese. Ci aspetta il signor Pasquale Forte al padiglione 9, stand A12, per raccontare in modo genuino il messaggio gustativo del luogo: Villaggio (2021), Petruccino (2020), Petrucci Anfiteatro (2018), Petrucci Melo (2018) e Guardiavigna (2018) sono alcuni dei vini che abbiamo avuto il piacere di assaggiare. 
Pasquale FortePasquale Forte

Poi è la volta delle Marche, dove ci aspetta la Signora del Piceno, Angela Velenosi, che ha portato a Verona un angolo di Ascoli con la sua collezione di vini. Qui l’assaggio è sulle nuove annate annate delle sue etichette più pregiate, da Roggio del Filare (inserito al quarto posto della classifica dei 100 vini rossi italiani del 2023 da Gentleman) a Rosa (a cui è dedicata la bellissima parete ricoperta di rose dello stand C10 del padiglione 7).

 

 

La famiglia Velenosi La famiglia Velenosi
È un autentico viaggio quello che si compie a Veronafiere, un viaggio tra persone che al vino, ai loro territori dedicano tutta la passione possibile, un viaggio tra volti giovani che hanno scelto di diventare vignaioli e che sono l’autentica sorpresa di questa edizione. Ve li lasciamo scoprire!
a cura di

Luigi Franchi

La passione per la ristorazione è avvenuta facendo il fotografo nei primi anni ’90. Lì conobbe ed ebbe la stima di Gino Veronelli, Franco Colombani e Antonio Santini. Quella stima lo ha accompagnato nel percorso per diventare giornalista e direttore di sala&cucina, magazine di accoglienza e ristorazione.
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