Quella che è partita come una buona idea è arrivata a delinearsi come un vero e proprio contributo nell'ambita candidatura che il Parco dell'Appennino Tosco Emiliano ha avanzato nel 2014 per diventare Riserva di Biosfera Mab Unesco (Mab sta per Man and Biosphere), una sorta di marchio di valore che si sarebbe sommato a quello di Parco nazionale. Non un vincolo ma anzi un impulso alla crescita, nel suo valorizzare il rapporto dell'uomo con il suo territorio.
Ecco, nelle due pagine di motivazione che la commissione Unesco ha accompagnato un anno dopo, nel 2015, all'assegnazione di questa qualifica internazionale è citato anche il concorso Appennino Gastronomico-Menù a km zero.
Il riconoscimento UNESCO
È emozionante ripercorrere per bocca del presidente Giovanelli le tappe di questo sorprendente cammino: dall'ufficializzazione del riconoscimento a Parigi, al ristoratore cornigliese che fa breccia nella commissione Unesco, l’esperienza dell’Expo, l’incontro a Fosdinovo in cui un centinaio di operatori si sono raccontati restituendo una rinnovata coscienza di belle professionalità animate da passione, intelligenza e capacità di pescare nel patrimonio dell’Appennino, che sta sotto i piedi e alle spalle e anche tanta voglia di innovare. Questo fino ad arrivare nell'anno corrente a una matura edizione del concorso, che ha voluto mettere in luce anche il rapporto tra i ristoratori e i piccoli produttori della Riserva di Biosfera, territorio esteso (223.229 ettari) che si sviluppa su ben cinque province (Reggio Emilia, Parma, Modena, Massa Carrara e Lucca), 34 comuni e ingloba al suo interno anche il Parco.