A febbraio, al biofach di Norimberga, erano state messe le basi di un accordo destinato a cambiare le sorti dei consumi biologici. Il partenariato tra Stati Uniti e Unione Europea, ovvero i due più grandi produttori biologici del mondo, prevedeva un accordo di reciproca equivalenza per favorire l’espansione del mercato e la conseguente crescita di imprese e occupazione.
Nei giorni scorsi questo proposito è stato ratificato alle firme del Sottosegretario all'Agricoltura degli Stati Uniti, Kathleen Merrigan, e dell'Ambasciatore dell'Unione Europea negli Stati Uniti, João Vale de Almeida, con decorrenza dal 1 giugno 2012.
Cosa cambierà in un mercato che, in base alle stime, tra Unione Europea e Stati Uniti vale circa 50 miliardi ogni anno?
L'Usda prevede che i flussi in uscita di prodotti bio cresceranno ad un tasso annuo dell'8% nel corso dei prossimi anni. Attualmente più di 2/3 dei consumatori statunitensi acquistano prodotti biologici almeno occasionalmente, mentre il 28% di questi li comprano tutte le settimane. La presidenza Obama ha lavorato sodo, in questi anni, per abbattere le barriere al commercio e consentire alle imprese agricole statunitensi di esportare nei mercati del mondo; uno dei risultati più significativi è che questo, nel 2011, ha generato un milione di nuovi posti di lavoro.