Arriva anche un’indagine dell’
Adoc http://www.adoc.org, Associazione per la Difesa e l’orientamento dei Consumatori, a confermare le poco rosee previsioni dell’Isnart che abbiamo pubblicato ieri.
Secondo l’Adoc, infatti, solo il 40% degli italiani andrà in vacanza: i motivi della rinuncia vanno ricercati nei rincari che gravano sui bilanci familiari, come quelli relativi alle utenze domestiche, di trasporto e alloggio e l’Imu.
“Sarà un’estate nera per il turismo, solo quattro italiani su dieci andranno in vacanza e la maggior parte di questi opterà per viaggi brevi e economici – dichiara
Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – secondo le stime dell’Adoc, difatti, il 65% dei partenti soggiornerà al massimo per una settimana, mentre solo l’1% potrà permettersi quasi un mese di relax. A pesare sui progetti di vacanza sono le spese sostenute per le utenze domestiche, che assorbono l’11% del reddito, il doppio che in Europa, e per l’Imu. Inoltre, per un biglietto aereo di andata e ritorno si spende in media il 2% in più dello scorso anno, un biglietto del treno costa il 3,8% in più. Prendere l’auto comporterà un esborso maggiore di oltre 20 euro per due pieni. In rialzo dell’1,5% anche i pacchetti vacanza “tutto compreso”, mentre l’alloggio in un albergo a mezza pensione per una settimana costa l’1,4% in più.
La spesa media di una singola persona, per viaggio e alloggio, si aggira sui 600 euro, solo il 3% ha preventivato un budget superiore a 1000 euro per le proprie vacanze. Il carovita ha costretto a ridurre drasticamente i propri giorni di ferie per potersi permettere una vacanza dignitosa e a risparmiare sul superfluo. Tant’è che sono in crescita i viaggi low cost, scelti dal 39% dei partenti e quelli pagati a rate, circa l’11%. Il 55% dei partenti sceglierà l’Italia come destinazione, in particolare le località marittime, per chi andrà all’estero la meta preferita è l’Europa, in particolare le città d’arte, solo il 20% si sposterà oltreoceano. Crescono campeggi, agriturismi e B&B come soluzioni per il pernotto, in calo le presenze alberghiere”.
In tutto questo, ci auguriamo, un beneficio arriverà alla ristorazione tradizionale, grazie alle gite, che con ogni probabilità sostituiranno la vacanza lunga, alla ricerca di quei numerosi tesori gastronomici su cui l’intero Paese dovrebbe forse puntare di più nella tutela e nella valorizzazione.