Evitare gli sprechi, prestare attenzione all’ambiente, rendere anche il
Natale eco-friendly dal punto di vista dei consumi, recuperando, così, il suo spirito autentico. Sono queste le linee guida della campagna
#NataleSostenibile lanciata da
Adoc, l’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori.
Ogni giorno, per tutto il mese di dicembre, sul sito dell’associazione (
www.adocnazionale.it) e sui social
Facebook e
Twitter saranno pubblicati input e
consigli su come trascorrere le prossime festività in modo più attento, adottando comportamenti virtuosi e in accordo con i principi dell’
economia circolare.
E, in effetti, tutto può diventare più sostenibile, a cominciare dalla tavola. Pranzi e cene a basso impatto ambientale devono in primo luogo rispettare la stagionalità degli alimenti e la loro provenienza, privilegiando possibilmente i prodotti biologici.
È buona cosa, per esempio,
scegliere materie prime locali e di stagione, evitando la frutta esotica. Per fare una spesa consapevole, poi, è consigliabile pianificare con chiarezza il menu delle feste, in modo da
acquistare solo ciò che davvero serve per la sua realizzazione ed evitare, così, sprechi. Come viene evidenziato in Adoc, infatti, il più delle volte questi derivano da un eccesso di acquisti generici e non pensati ad hoc. Per evitare di comprare prodotti che non servono realmente, sarebbe bene tenersi a
lla larga pure
da offerte speciali e iniziative promozionali, che, come sottolinea ancora l’associazione, sono responsabili del 26% dello spreco alimentare.
Se, poi, il menu è di mare, andranno
evitati pesci a rischio di estinzione come i datteri di mare, le aragoste e il caviale. E se di quest’ultimo proprio non si può fare a meno, meglio sceglierne uno certificato o da acquacoltura.
Si suggerisce poi di
acquistare pesce azzurro e locale, preferendo le specie che riportano il marchio di
certificazione MSC (Marine Stewardship Council) e
ASC (Aquaculture Stewardship Council), le etichette che certificano pesce pescato e allevato secondo criteri di sostenibilità. E per finire, ça va sans dire, rifuggire da piatti, bicchieri e posate usa e getta.
Mariangela Molinari