«Occorre investire sull’agroalimentare che è asset con enormi potenzialità di crescita sui mercati internazionali»: lo ha ribadito il coordinamento di Agrinsieme nel corso della “Conferenza”, promossa all’Auditorium della Conciliazione a Roma, sul tema “#campoliberofinoinfondo”. Il riferimento è al piano di azioni per l’agroalimentare varato dal governo «che va sostenuto e consolidato». I presidenti delle sei sigle di Agrinsieme – Mario Guidi (Confagricoltura), Dino Scanavino (Cia), Giorgio Mercuri (Fedagri-Confcooperative), Giampaolo Buonfiglio (Agci-Agrital), Giovanni Luppi (Legacoop) – si sono confrontati con i rappresentanti del governo per smontare i “falsi miti” ed hanno illustrato le proposte per individuare le linee di sviluppo per il settore agroalimentare, in un’ottica di sistema Paese. Alle varie sessioni di approfondimento hanno partecipato i ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina, delle Politiche del Lavoro Giuliano Poletti, della Salute Beatrice Lorenzin, dell’Ambiente Gianluca Galletti e il viceministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Base della riflessione e delle proposte di Agrinsieme i risultati della ricerca svolta da Nomisma, che ha analizzato e approfondito i cambiamenti di scenario e che mostra un significativo contributo dell’ agroalimentare alla formazione della ricchezza prodotta dal Paese con quasi il 10% di valore aggiunto sul totale del Pil (circa il 15% considerando l’indotto). Ed a proposito di falsi miti, ad avviso di Agrinsieme, è arrivato il momento di capire che un prodotto italiano va valorizzato quando crea occupazione e paga le tasse in Italia; spingendosi a dire che anche quando la materia prima non è totalmente nazionale il prodotto può fregiarsi di un marchio o un segno “made in”. E poi occorre vedere l’ italian sounding, che vale 60 miliardi di euro, come un mercato potenziale e non un mero fenomeno di contraffazione alimentare.
Tra le sollecitazioni di Agrinsieme quella di negoziare con Bruxelles l’istituzione di un fondo straordinario per intervenire sulle emergenze, ormai sempre più frequenti come quelle dell’embargo russo. La situazione geopolitica mondiale non può essere più sottovalutata dal punto di vista delle ripercussioni sul mercato.
Monica Menna