Si è conclusa in questi giorni la missione di Mario Pusceddu in rappresentanza della Valle del Marta di Tarquinia, dell’Agriturist regionale del Lazio e membro dello Skal international in Cina, organizzata grazie al Presidente del Consorzio Tuscia Turismo Armando Soldaini.
Nel corso della missione Pusceddu e Soldaini hanno incontrato diversi interlocutori privati e pubblici ed hanno potuto conoscere diverse esperienze di gestione di aree turistico-archeologiche. Significative in particolare, in questo senso, le esperienze alle aree ecologiche nei dintorni di Shanghai e Pechino, caratterizzate da modalità di gestione differenti, private a Shanghai, e pubbliche a Pechino. In particolare, a
Pechino è stato interessante il confronto con l'amministrazione di una importante società che sta realizzando investimenti per centinaia di milioni di euro, allo scopo di attuare il progetto per la realizzazione di un
distretto ecologico su un’area di 2000 ettari, con decine di strutture sparse all’interno di un territorio di una straordinaria bellezza, con colline, monti e laghi naturali, incredibilmente incontaminato, posto al centro di un sistema logistico che collega le più importanti capitali della Cina industriale.
A 60 km a nord di Pechino la missione ha incontrato Li Xianzhong, il Governatore del distretto, ed il Sindaco del Capoluogo Xie Wen Zheng. Nel corso del cordiale incontro, l’amministrazione del territorio ha presentato lo stato di avanzamento di un importante progetto di sviluppo, che porterà la regione ad assumere il ruolo di “polmone di Pechino”. Tra l’altro, la regione è sede di Balin , il tratto della Grande Muraglia considerato più strategico nella storia per la sua posizione vicino alla Mongolia, ora il più visitato (in un anno oltre 18 milioni di presenze).
Proprio la grande quantità di visitatori e le intatte ricchezze naturali hanno condotto il governo Cinese a collocare qui un importante progetto di sviluppo che prevede la
costruzione di un grande sistema alberghiero e di un sistema moderno di produzione agricola, con particolare attenzione alla coltivazione della vite, in un’area di oltre 300 ettari in cui si produrrà vino da immettere sul mercato cinese.
La
collaborazione italiana al progetto, che in prima battuta potrebbe sembrare contraria agli interessi nazionali, consentirà invece di ottenere presso il mercato cinese un' attenzione privilegiata verso un prodotto, quello italiano, che attualmente risulta essere molto marginale. L'eccellenza italiana infatti non può che essere premiata da un percorso di promozione e valorizzazione che conduca ad una consapevolezza generale delle regole della sicurezza alimentare e della qualità dei prodotti. Senza dubbio l’allargamento del mercato dei consumatori di questo prodotto, considerata la capacità produttiva e di consumo cinese, determinerà l’apprezzamento del prodotto italiano da parte di un sempre maggior numero di conoscitori cinesi. Allo stesso tempo, il
concetto di agriturismo come valorizzazione delle risorse naturali e culturali, accompagnato dal
concetto di filiera corta, non mancheranno di creare un meccanismo di interesse verso il nostro Paese, stimolando il desiderio di visitarlo.
Nella fase intermedia si aprono quindi spazi interessanti sia per quanto riguarda il
turismo consapevole, che per il settore della formazione e per lo scambio di know how; ovviamente potrà beneficiarne primo tra tutti il settore turistico che ruota attorno al sistema agrituristico italiano, che più e meglio riassume queste nuove aspettative del mercato cinese.
Attualmente l'Italia è poco presente in alcune regioni della Cina e molto marginalmente in altre; l’impatto del mercato italiano in Cina è praticamente inesistente se si confronta la presenza dei prodotti italiani con quella dei prodotti francesi, australiani, americani, cileni ecc.., in virtù di una più longeva e solida presenza commerciale, soprattutto nel settore della grande distribuzione. Visitando i Mall (i grandi centri commerciali sparsi per tutta la Cina) è incredibile constatare come
nei classici reparti di vendita dei vini siano quasi completamente assenti i vini italiani. Il fatto che il sistema produttivo italiano sia costituito nella grande maggioranza da aziende di piccole dimensioni non consente infatti l’affermarsi sul mercato di brand specifici,
ad eccezione di eccellenze particolari come quella del Brunello di Montalcino, peraltro di proprietà americana.
In considerazione di tutto ciò, la Valle del Marta che porta con se un’esperienza dello stesso tipo fatta in Russia anni fa e l’Agriturist possono farsi portatori dei valori cui la Cina oggi ambisce ed essere un interlocutore privilegiato, come è anche emerso nel corso degli incontri. Le amministrazione cinesi si sono infatti mostrate molto interessate a queste esperienze laziali che hanno saputo concretizzare sul territorio questa filosofia. Il mercato cinese degli addetti ai lavori mostra di voler conoscere questo circuito nel momento dell’organizzazione di una vacanza in Italia, approfittando del viaggio per toccare con mano le caratteristiche della tradizione produttiva italiana.
Mario Pusceddu
Presidente di Agriturist Lazio