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Aguglia a Bacoli

09/12/2024

Aguglia a Bacoli

È un pesce azzurro dalla forma affusolata con le mascelle prolungate, tanto da far pensare abbia un becco. Ma, cosa più importante, l’aguglia è un pesce gregario. Si muove in gruppo, pensa in gruppo.

È questa la caratteristica che probabilmente ha più affascinato Alessandro Costigliola, quando - nel 2021 - ha deciso di chiamare Aguglia la sua osteria di mare. Per lui è la squadra che conta e, assieme ai suoi collaboratori, ha dato vita ad un concetto di ristorazione essenziale quanto di sostanza.

Situata a pochi passi dalla spiaggia di Marina Grande a Bacoli, nel napoletano, tutt’attorno la ricchezza della natura e della storia fanno di quest’area un luogo unico al mondo.

L’ultima novità è la recente apertura dell’enoteca Aguglia brilla. Con accesso indipendente, ma con l’opzione di entrata attraverso l’osteria, si tratta di un sogno coccolato a lungo.

Concepita come luogo di incontro e di confronto, i nuovi spazi contemplano anche una saletta interna dove fermarsi più a lungo a degustare. Le oltre 700 etichette fanno di Aguglia brilla l’enoteca più grande dei Campi Flegrei, ricca di realtà campane, ma anche di un’attenta selezione internazionale.

Alessandro CostigliolaAlessandro Costigliola
Enoteca Aguglia brillaEnoteca Aguglia brilla

Il percorso nella ristorazione di Alessandro Costigliola

Il suo sbarco nella ristorazione è stato casuale, dopo un percorso formativo che lo aveva portato a Roma. Ma Bacoli è magica e, nel 2013, si è ritrovato a gestire un ristorante poco distante dalla sua Aguglia.

È così che comprende di volersi dedicare a questo mestiere e compone la sua filosofia: prodotti di mare freschissimi e vini ricercati ma a buon prezzo. 

Dedico molto del mio tempo libero alla ricerca di piccole aziende di eccellenza, amando il vino desidero che tutti possano godere di una buona bottiglia a costi accessibili, il ricarico che normalmente si trova nei ristoranti lo reputo eccessivo e poco democratico”.

Il suo “non menù”, chiamato così perché contiene indicazioni di massima sulle portate, a volte porta qualche malcontento, ma “non si può ordinare sempre ciò che si desidera, a meno che non si tratti di pesce surgelato e conservato. Ogni giorno i nostri piatti si compongono di ciò che il mare ci dona”.

Oggi Alessandro è un oste scanzonato e consapevole, sostenuto dal maitre Mario Aguglia e dallo chef Francesco Fevola.

Francesco Fevola, Alessandro Costigliola e Mario AugurioFrancesco Fevola, Alessandro Costigliola e Mario Augurio

La cucina di Aguglia - osteria di mare

Una cinquantina di posti a sedere, suddivisi tra le piccole salette tipiche delle case sul mare a Bacoli, ed una terrazza coperta dove godere del mare d’inverno.

Tra gli antipasti freddi fanno capolino i crudi, tra cui le ostriche sarde e i tartufi di mare. Le tartare incontrano la frutta e sapori inusuali: l’orata viene servita con la pera Williams, il tonno con le castagne del prete irpine e la seppia con la crema di ceci e le noci.

La mano del giovane e talentuoso chef si muove con delicatezza tra abbinamenti classici e piccole rivisitazioni. L’ostrica viene impanata e fritta nel mini bun con l’insalatina russa, il cefalo incontra le classiche scarole con olive e noci e la seppia gode del carattere intenso dei friarielli napoletani.

Quando disponibili le cicarelle (canocchie) svettano con carciofi e zeste di limone accompagnando le linguine 28 pastai. Ottimo il tonno fresco portato al tavolo su griglia rovente, servito con le cipolle di Tropea. 

Anche i dolci sono fatti in casa, prediligendo ingredienti territoriali. Il tiramisù, ad esempio, qui si trasforma in “Tiramisud” perché cede il mascarpone a favore della ricotta di bufala campana DOP.

Ostriche sardeOstriche sarde
Aguglia a Bacoli
Seppiolina e friarielliSeppiolina e friarielli

Aguglia Brilla

Via Agrippina, 26
Marina Grande di Bacoli (NA)

a cura di

Antonella Petitti

Giornalista, autrice e sommelier. Collabora con diverse testate, tra radio, web e carta stampata. Ama declinare la sua passione per il cibo e i viaggi senza dimenticare la sostenibilità. Sempre più “foodtrotter” è convinta che non v’è cibo senza territorio e viceversa.

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