Il tempo delle scelte di indirizzo
E il secondo anno è proprio il momento in cui si materializza la scelta di indirizzo. Sala, cucina, pasticceria o ricevimento? È il dilemma che attanaglia questi ragazzi quando si trovano alle soglie del terzo anno. E a questo proposito la preside anticipa un dato interessante: “La scelta di indirizzo dei nostri ragazzi di seconda per il prossimo anno è stata in parti uguali per sala, cucina e ricevimento. In sostanza ci saranno tre classi di sala, tre di cucina e tre di ricevimento, oltre ad una di pasticceria. È la prima volta che succede una cosa simile”.
E in effetti, in un momento storico in cui è la cucina a farla da padrona, sorprende e non poco questa parità. “A cosa è dovuto il fenomeno?” mi chiedo e lo chiedo proprio a Marco Paoletti, docente di cucina oltre che coordinatore dello stesso dipartimento. “In questi anni c’è stato una sorta di rinnovamento negli indirizzi di ricevimento e sala, che hanno inserito nuove modalità nel proprio programma. E questo viene premiato da strutture dell’ospitalità di rilievo, che hanno fatto la scelta netta di accogliere sistematicamente i nostri ragazzi. Anche il coinvolgimento di tutti gli indirizzi nel collaborare a manifestazioni/eventi sul territorio ha il suo peso. E su tutto c’è un lavoro grande dei colleghi”. E la preside incalza “sì hanno lavorato bene. E certamente tanta parte la gioca l’orientamento interno”.
Un progetto sperimentale che ha fatto strada
Da cinque anni a questa parte, la scuola ha offerto un’ulteriore opportunità ai propri studenti, avendo aderito a un progetto sperimentale in Toscana (IeFP, Istruzione e formazione professionale). Si tratta di un percorso triennale di qualifica, riconosciuto dalla Regione, che consente allo studente l’assolvimento dell’obbligo di formazione.
“È una scelta - spiega la preside - effettuata al momento dell’iscrizione che implica, rispetto al percorso ordinario, qualche materia teorica in meno ma un’implementazione di ore di pratica e anche di stage. Abbiamo notato che i ragazzi che hanno seguito questo percorso hanno una motivazione diversa dal punto di vista professionale e arrivano ad avere una bella preparazione. Superato l’esame del terzo anno, la possibilità di decidere se fermarsi o proseguire.”
Il mio primissimo approccio con la scuola è partito dal ricevimento, avendo trovato al mio ingresso tre studenti in divisa, due di terza e uno di quinta, di turno in segreteria: un servizio in cui si alternano a rotazione ogni giorno gli studenti di indirizzo, per coadiuvare l’assistente scolastico (progetto receptionist). Una di loro mi ha accompagnato, nel complesso attiguo, ai laboratori di ricevimento, dove ho trovato tre ragazze di quinta all’accoglienza. In attesa di incontrare la professoressa, abbiamo chiacchierato a ruota libera, proprio a partire dalla scelta di questa scuola. “Ci sono ragazzi che arrivano qui pensando che non si faccia niente, poi sono le bocciature a parlare. Quando abbiamo iniziato noi – ricordano Martina, Irene e Alessia - le 16 prime dell’anno precedente sono diventate 10 seconde! Si dice che all’alberghiero non si studia? No, si studia! E c’è anche da sapere organizzarsi con tante materie, altrimenti non ce la si fa. E poi ci vengono date tante possibilità di fare esperienza reale!”. E si illuminano nel raccontarmi degli eventi a cui hanno spesso il piacere di lavorare, l’orgoglio di indossare quella divisa che “dà rigore” (parole loro) e di quando viene riconosciuto il valore della scuola “ah… ma sei del Saffi!”. In effetti la scuola ha un protocollo con la Regione per attività di alternanza scuola-lavoro e viene coinvolta in tantissime attività del territorio, a cui partecipa solo se intravvede un certo valore formativo.