“La lunga e lenta lievitazione e maturazione della pasta raggiungono circa trenta ore ed unite ad una idratazione del 70% permettono di ottenere una pizza particolarmente soffice e digeribile” confida Giuseppe Pignalosa. In carta le pizze classiche non mancano mai, la margherita rimane la regina e la più richiesta, seguita dalla marinara ai due pomodori San Marzano e Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, e subito dopo si posiziona la pizza fritta ripiena di ricotta di bufala e cicoli. L’inventiva a Giuseppe non manca, rappresenta il divertimento e la sfida quotidiana nel cercare di esaltare i prodotti dell’orto. La pizza Giagiù con pomodorino giallo, burrata di bufala, zucchine napoletane grigliate e alici di Cetara è stata la grande protagonista della stagione estiva insieme all’Ortolana con peperoncini verdi, pomodorino del piennolo del Vesuvio e fior di latte. Tra quelle invernali spicca la Scarulella: la scarola è una indivia tipica dell’area della provincia di Napoli e molto amata dai napoletani. Sulla pizza è proposta in maniera tradizionale, ovvero con olive nere del Vesuvio, capperi di Salina e fior di latte dei Monti Lattari. Attualmente proposta anche con impasto da grani antichi e farina di ceci della Val Fortore.