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All'Hosteria Grappolo d’Oro a Roma

19/03/2014

All'Hosteria Grappolo d’Oro a Roma
Alla ricerca della Roma dei romani a tavola, dopo il Caffè Propaganda per il nostro secondo pranzo abbiamo deciso di spostarci in Campo de’ Fiori. Ma attenzione, niente tovagliette a quadretti + fiasco di vino + menu con le foto dei piatti, come vediamo, passeggiando tra i banchi del mercato, sui tavoli all’aperto della maggior parte degli locali che si alternano sul perimetro della piazza.
Facciamo qualche metro, giriamo appena l’angolo e sbuchiamo in Piazza della Cancelleria: parcheggio selvaggio a parte, la piazza ospita l’Hosteria Grappolo d’Oro dagli inizi del 1900, quando vide la luce per volere della Confraternita de’ Macellai.
Antonello Magliai e Andrea Liguori ne hanno fatto un punto di ritrovo per chi desidera mangiar bene, locale ma non “tipico”, senza spendere cifre astronomiche e certi di non prendere facili cantonate.
L’Hosteria si presenta più grande di quanto potrebbe sembrare all’esterno, ma non per questo dispersiva grazie agli spazi separati in due sale. Si mangia circondati da vini – scopriremo poi scelti con attenzione che guarda al territorio senza banalità- e da guide di ristoranti, libri di cucina, ricettari, a disposizione per essere sfogliati e per notare – piacevolmente – che sono stati usati davvero, tanto che troviamo qua e là appunti, annotazioni e foglietti con variazioni personali.
Non sapendo decidere l’antipasto, ci affidiamo alla sala e prendiamo la proposta della casa per una persona  da dividere in due – e per fortuna, perché le porzioni vanno di pari passo alla qualità delle materie prime: ci arrivano polpette di bollito, burrata (fantastica) e alici, piccole fritture e una panzanella deliziosa.
Sappiamo che il locale è celebre per la sua “carbonara”, ma ci facciamo tentare dai maccheroni all’amatriciana e dalle costine d’agnello scottadito, felici della nostra decisione.
Scopriamo intanto una carta dei vini piccola, ma ben curata, dove non spiccano specchietti per i turisti ma si fanno largo buone realtà regionali, nazionali e anche aziende biologiche: il Capolemole Rosso 2009 di Marco Carpineti è un’espressione laziale naturale che ci ha regalato una bella emozione spendendo 16 euro.
Qui, i turisti c’erano eccome: di domenica, a pranzo, a ridosso di Campo de’ Fiori, pare il minimo. Ma l’altra metà dei tavoli, si capiva, erano di habitué. Complimenti.

Hosteria Grappolo d’Oro
Piazza della Cancelleria 80
Roma
Tel. 06 6897080

www.hosteriagrappolodoro.it

Alessandra Locatelli
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