Alma ha aperto l’anno accademico 2013-2014 con una celebrazione imponente ma sobria, in stile accademico ma apprezzabilmente “italian college”, evidenziando, come hanno fatto un po’ tutti i relatori presenti, i 10 anni della Scuola. Celebrare contestualmente a studenti, docenti ed autorità locali i 10 anni di Alma ha significato ricordare com’era Alma nel 2003 con tanti progetti e buoni propositi e appena 12 allievi.
Definiamoli pure allievi e amministratori pionieri, ma senz’altro meritevoli e capaci per cui grazie alla testimonianza degli uni e alla capacità degli altri hanno saputo elevare questa eccellenza italiana della formazione culinaria a livelli mondiali. Un dato ricordato più volte durante la celebrazione, il numero degli allievi raggiunto quest’anno: 2122 a Colorno ma sono in tutto 19 le altre sedi sparse nel mondo dove si insegna la cucina italiana, il nostro cibo e la cultura delle nostre migliori tradizioni gastronomiche.
Bellissima la cornice della serata: teatro Farnese, edificio di corte dei duchi di Parma e Piacenza dedicato alla musica e alle rappresentazioni teatrali già da secoli, imponente struttura regno della cultura e del bel vivere tra i più affascinanti nel suo genere cha abbiamo in Italia. E non sarà un caso se è stato scelto per rappresentare agli oltre quattrocento presenti in questa occasione l’intera “orchestra” di Alma: il qualificato corpo docente, i suoi amministratori passati e presenti, ma soprattutto e meritatamente al suo Rettore, Gualtiero Marchesi.
Come sempre in queste occasioni il palco è stato condiviso con tanti relatori in rappresentanza di istituzioni, come la Sovraintendente ai Beni Culturali di Parma, Maria Utili che ha ringraziato per la scelta logistica ma soprattutto per aver dato a Colorno e alla ristrutturazione della sua Reggia una seconda nobile vita; anche il presidente della Provincia, Vincenzo Bernazzoli non si è risparmiato nel ringraziare Alma per aver dato alla provincia di Parma utili di immagine e anche economici, diretti ed indiretti. Sono poi intervenuti, Andrea Zanlari, presidente della Camera di Commercio e il presidente di Alma, Enzo Malanca. In un bell’intervento sentito e fatto con trasporto, Malanca non ha mancato di ricordare i primi anni di Alma, dove la visione lungimirante degli amministratori di allora, forti e capaci, sono riusciti a coinvolgere tra i soci fondatori istituzioni, consorzi ed enti e successivamente aziende e organizzazioni che hanno creduto al progetto finanziandolo per dar vita a quello che da lì a poco sarebbe diventato un fiore all’occhiello della formazione gastronomica del Paese.
“Erano anni difficili - ha ricordato il presidente Malanca - dove non era così scontato che il progetto avesse successo, ma la caparbietà e l’intelligenza di quegli uomini diede alla scuola notorietà e credibilità”.
All’amministratore delegato, Riccardo Carelli, il compito di tracciare lo stato dell’arte, elencando almeno otto punti di forza che oggi Alma esprime nello scenario formativo italiano. In questo contesto la Scuola di Colorno vuole essere non solo luogo d’insegnamento ma anche laboratorio di studio nell’evoluzione gastronomica italiana.
Prima della lectio magistralis ha portato i suoi saluti Dorothy Hamilton, dell’International Culinary Center di New York per testimoniare l’alto valore professionale e conoscitivo portato avanti dalle Scuole internazionali di Alma sparse nel mondo. E in rappresentanza della Regione Emilia Romagna, la presidente della giunta, Palma Costi, pur ammettendo di non conoscere l’attività svolta da Alma e di non essere mai stata a Colorno, ha ringraziato per questa eccellenza e si è congratulata per il lavoro svolto da amministratori e docenti per essere riusciti a creare un modello così qualificato dentro l’ambito regionale.
Prima del termine del fitto programma celebrativo, come tutti aspettavano, il podio è stato lasciato a Lui, al Maestro, ancor prima che Rettore, ispiratore e guida della Scuola di Colorno. Gualtiero Marchesi ha aperto il suo spartito e, come raramente avviene, ha letto poche ma indimenticabili righe. Una lettura incantevole e delicata, com’è nel suo stile, del suo passato, dove ha ricordato alle centinaia di allievi della Scuola, cristallizzati ad ascoltarlo, che la sua “via non se l’è imposta, ma se l’è curata assieme alla sua vita”. Pur non ricordandoli per nome ha ringraziato le figure “che porta nel cuore” fin dai primi anni di Alma quando era stato scelto per “guidarla”. Il Rettore ha poi sillabato la sua poesia in cucina: “il bello e il buono, la purezza e l’eleganza devono contrapporsi al brutto e al cattivo gusto”. Poche parole ma ferme come pietre per ricordare “il costo delle fatiche dedicate nella vita e il tempo impiegato per spiegare la cucina vera”, quella che arriva a dare gratificazione al “palato assoluto”. Gualtiero Marchesi ha infine augurato un buon anno accademico e si è raccomandato a cuochi e docenti della Scuola di “tenere sempre alto il valore dell’insegnamento”, e agli allievi ha suggerito “di non dimenticare mai il valore dell’ospitalità come guida fondamentale nel lavoro”.
Roberto Martinelli