Ho sempre invidiato ai francesi la capacità di sapersi vendere meglio di noi, anni di viaggi di lavoro e di piacere oltralpe me l'hanno confermata ogni volta, così come mi infastidiva sentirmi raccontare da grandi chef, docenti dei tempi gloriosi della Scuola Alberghiera di Stresa, che, quando erano invitati in Giappone, per fare formazione (e che formazione, visto il livello raggiunto dalle giovani generazioni di cuochi giapponesi che cucinano “italiano”), erano costretti a sottacere il loro viaggio promozionale, per non soccombere professionalmente sotto la scure del provveditorato.
Cosa ben diversa per i colleghi francesi che da sempre girano il mondo in lungo e in largo riveriti da chi li ospita e ringraziati dalla Patria.
Insomma dobbiamo sempre imparare e, ancora una volta, rispettare chi sa organizzarsi al meglio per la promozione del proprio patrimonio eno-gastronomico.
È il caso di Sopexa, diretta in Italia da Ettore Zanolli, vero braccio armato alimentare della diplomazia Bleu, che in una settimana di eventi a Milano, ha saputo presentare non solo una selezione dei preziosi nettari che nascono in terra di Francia, ma il territorio stesso, dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, che agroalimentare e turismo viaggiano a braccetto.
Questa volta la protagonista era l'Alsazia con i suoi vini inebrianti, freschi e leggeri, adatti all'abbinamento a molti cibi, come illustrato e dimostrato, durante una deliziosa cena per pochi fortunati dai responsabili della società che giustamente si definisce “groupe marketing international alimentaire, vin art de vivre”.
Degna di nota anche la scelta di affidare la cucina per la presentazione di ben 15 vini ad un artista di casa nostra e non ad un francese, d'altra parte se ci si deve adattare a tutto, l'incontro con la cucina dei paesi ove si esporta è essenziale, dunque, ancor più apprezzata l'ospitale mano del cuoco Danilo Angè che ha saputo giocare con i profumi, gli aromi, combinando sapori e consistenze che spaziavano dal dolce al salato, dal morbido al croccante intrigando i commensali, provocandoli nella scoperta delle associazioni migliori, dando sfoggio di una maestria che li appassionati apprezzano da lungo tempo.
Presenti alla serata anche due produttori, dei Domaine Seilly e Sylvie Spielmann, quasi fossero gli ospiti che invitavano degli amici a sorseggiare insieme le migliori annate delle loro cantine, accompagnati nella degustazione dal sommelier Nicola Nebbia.
A loro il compito di contestualizzare i vini, di raccontare il terroir, di informarci sulla grande attenzione all'ambiente che pone l'Alsazia al primo posto per produzione di vini biodinamici (13% contro la media del 4% della Francia).
In conclusione, un bello spirito che ha ottenuto lo scopo principale, farci venir voglia di tornar presto in Alsace!
Aldo Palaoro