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“Altre” cucine per la fame degli altri: mense caritative e cucine solidali a Bologna (Terza parte)

31/07/2025

“Altre” cucine per la fame degli altri: mense caritative e cucine solidali a Bologna  (Terza parte)

In questa terza parte della nostra indagine vi raccontiamo altre due fra le sette mense principali attive a Bologna: Comunità di Sant’Egidio e Cucine Popolari (CIVIBO Onlus)



foto di copertina: Il Cardinale Matteo Maria Zuppi con Roberto Morgantini

Le Cucine Popolari sono nate con la volontà di garantire “pane e dignità” a chiunque si trovasse in difficoltà. Per raccogliere le risorse necessarie ad allestire la prima Cucina Popolare, ospitata in una ex sede del PCI, in via Del Battiferro, 2, alla Bolognina, l’ossolano Roberto Morgantini, ex sindacalista CGIL per i problemi dell'immigrazione, e la sua compagna Elvira Segreto, nel 2015 decisero di sposarsi dopo un fidanzamento durato 38 anni, con due figli ormai grandi, presentando come lista di nozze l'attrezzatura per le cucine. Hanno formato una ADV, associazione di volontariato, CiviBo Onlus, presieduta da Giovanni Melli, che raggruppa centinaia di volontari disponibili a prestare la loro opera come cuoche e cuochi (a volte affiancati da professionisti del settore) o servendo in sala.

Oggi le Cucine Popolari sono quattro: a quella originaria del Battiferro nel quartiere Navile, se ne sono aggiunte tre in altrettanti quartieri: la San Donato, presso Opera Padre Marella; la Saffi e la Savena, presso villa Paradiso. L’obiettivo è averne una in ogni quartiere.

Di norma sono aperte a pranzo nei giorni feriali dal lunedì al venerdì. La Cucina Popolare San Donato è aperta anche il sabato e la domenica per gli ospiti fissi di Padre Marella. Nel corso dell’anno ci sono aperture speciali in occasione del Natale, Capodanno, 25 aprile, 1° maggio, Ferragosto, grazie alla generosità di volontarie e volontari.

Ogni giorno di apertura, nelle quattro Cucine servono una media di 650 pasti, per un totale di circa 156.000 l’anno, parte dei quali sotto forma di asporto alimentare.

Le persone vengono indirizzate alle Cucine dai servizi sociali dei quartieri di riferimento e dalle vicine parrocchie. 
Alla costante ricerca di risorse, alimentari e finanziarie, le Cucine hanno trovato il sostegno di diverse realtà imprenditoriali e partecipano alla raccolta degli Empori Solidali e del Banco Alimentare presso i super e ipermercati. 


I menù li decidono i cuochi volontari sulla base di ciò che hanno a disposizione realizzando anche menù alternativi, nel rispetto dei diversi dettami religiosi, di patologie metaboliche, scelte alimentari vegane. Da un po’ di tempo collabora con loro anche una dietista, la Dr. Carolina Poli, responsabile delle Attività Didattiche Professionalizzanti del corso di laurea in Dietistica di UNIBO, con consigli relativi alle buone prassi igieniche, nel suggerire un possibile equilibrio fra i nutrienti nei menu, prestando attenzione agli apporti proteici, per evitare il ripetersi giorno per giorno di menu simili. Allo stesso tempo offre l’opportunità agli studenti del corso di laurea in dietistica di confrontarsi con una realtà complessa come quella prestando un’attenzione particolare all’elaborazioni di menu che devono avere anche aspetti preventivi, perché spesso fra gli utenti si riscontrano predisposizioni a patologie metaboliche, a partire dal diabete, considerando che ci sono persone che usufruiscono di mense diverse nel corso del mese con portate che spesso privilegiano affettati, formaggi, dolci, che acuiscono il rischio metabolico.


I volontari che molto generosamente lavorano nelle cucine non possiedono queste conoscenze e si trovano a usare i prodotti disponibili, in massima parte oggetto di donazioni e in minima di acquisti mirati, cucinandoli nel miglior modo possibile seguendo usanze e regole da cucina domestica.

Giovanni Melli, co-fondatore e presidente di CIVIBO-Cucine PopolariGiovanni Melli, co-fondatore e presidente di CIVIBO-Cucine Popolari
Volontarie e volontari delle Cucine PopolariVolontarie e volontari delle Cucine Popolari

La Comunità di Sant’Egidio nasce a Roma alla fine degli anni Settanta, all’indomani del Concilio Vaticano II. Come ci ha illustrato la responsabile della Comunità per Bologna, Simona Cocina,

"Oggi la Comunità è un movimento di laici cui aderiscono più di 70.000 persone, impegnato nella comunicazione del Vangelo e nella carità a Roma, in Italia e in più di 70 paesi dei diversi continenti. Lungo questi 57 anni si è sviluppata una sensibilità verso ogni forma di povertà, vecchia e nuova o emergente, come anche verso povertà non tradizionali. Tutte le Comunità, presenti nel mondo, con una particolare attenzione alle periferie e ai periferici, condividono la stessa spiritualità e i fondamenti che caratterizzano il cammino di Sant’Egidio: la preghiera che accompagna la vita di tutte le comunità e ne costituisce un elemento essenziale; la solidarietà con i poveri è vissuta come servizio volontario e gratuito, nello spirito evangelico di una Chiesa che è "Chiesa di tutti particolarmente dei poveri" (Giovanni XXIII); il dialogo, via della pace e della collaborazione tra le religioni. Il lavoro per la pace è vissuto come una responsabilità dei cristiani, parte di un più ampio servizio alla riconciliazione ed alla fraternità che si sostanzia anche nell’impegno ecumenico e nel dialogo interreligioso nello “Spirito di Assisi”."
 

Fin dai primi tempi erano chiari i punti cardine alla base della Comunità di Sant'Egidio: i poveri per amici e il Vangelo buona novella per i poveri.

Sant'Egidio si identifica con i suoi fratelli più piccoli in tutti i poveri, senza esclusione, che per questo sono a pieno titolo i familiari della comunità. Le attività a Bologna sono iniziate nel 2009, a partire dalla Casa della Comunità, che è in centro, in via delle Lame 50, e offre vari tipi di servizi a persone senza dimora, agli anziani soli, famiglie in difficoltà, distribuendo pasti e generi alimentari. A questo si aggiungono una scuola di lingua e cultura italiana e la Scuola della Pace, un doposcuola per i bambini nel quartiere Bolognina.

Non hanno mense, il loro servizio si svolge sulla strada rispondendo a bisogni purtroppo aumentati in questi ultimi anni, con la preparazione di pasti che vengono consegnati alle persone che in strada ci vivono. Due volte ogni settimana i volontari distribuiscono circa vestiario e circa 250 pasti con un primo piatto, un secondo e un dolce, acqua e bevande analcoliche. Negli ultimi anni si è riscontrata una grande presenza di ragazzi provenienti da paesi oggi colpiti da guerre e violenze: Afghanistan, Sudan, Mali, Pakistan… Tanti sono anche i giovani italiani che si perdono nelle dipendenze e finiscono per strada.

Cocomerata coi poveri organizzata dalla Comunità di SantCocomerata coi poveri organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio
I volontari della Comunità di Sant’Egidio assistono un senza dimora a BolognaI volontari della Comunità di Sant’Egidio assistono un senza dimora a Bologna

Ci sono punti di ritrovo fissi in cui i senza dimora sanno di incontrare i volontari, mentre in certi casi sono i volontari a raggiungere persone, di un’estrema fragilità che rifiutano ogni tipo di aiuto. Da oltre un anno è nata Casa San Francesco, un co-housing per persone senza tetto, che rappresenta una risposta alloggiativa concreta per chi non ha casa, con un’attenzione alla dignità ed alla personalità di chi viene accolto. Durante il periodo invernale, la Comunità, in collaborazione col Comune di Bologna, apre i suoi spazi per accogliere chi non ha casa. La Comunità segue anche 200 famiglie provenienti da vari quartieri della città, distribuendo due volte al mese generi alimentari non deperibili nel Centro Frassinetti, in via Andreini, quartiere San Donato, dove le accolgono con le colazioni fredde, non disponendo di cucina, e i volontari trasformano questi incontri in momenti d’ascolto per cercare di accompagnarle in percorsi di recupero. 

Anche la Comunità usufruisce degli aiuti dell’Emporio Solidale e del Banco Alimentare ma c’è sempre più bisogno di prodotti, così, un paio di volte al mese, organizzano anche loro, come altre realtà consimili, delle raccolte alimentari nei supermercati facendosi “mendicanti di bene”.

a cura di

Bruno Damini

Giornalista scrittore, amante della cucina praticata, predilige frequentare i ristoranti dalla parte delle cucine e agli inviti nei salotti preferisce quelli nelle cantine. Da quando ha fatto il baciamano a Jeanne Moreau ha ricordi sfocati di tutto il resto.

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