Il percorso di Rodolfo Sorbillo
“Avevo cinque anni quando ho ammaccato per la prima volta una pizza, me lo ricordo ancora. Ero nella pizzeria di mio zio a Mergellina, da allora non ho avuto dubbi sul fatto che sarei diventato un pizzaiolo”.
Rodolfo Sorbillo ha cominciato giovanissimo ad imparare “il mestiere”, proprio com’è sempre stato per generazioni nel napoletano. Sin da quando aveva 14 anni le giornate passavano tra la scuola e la pizzeria, in particolare nella sede storica dei nonni, dove i prozii Patrizio e Umberto gli insegnarono tutto.
Un breve periodo di lavoro a Treviso in un’altra pizzeria di famiglia, a cui seguì il ritorno a Napoli e la decisione di dar vita ad una pizzeria sua. La scelta è ricaduta sulla città di Salerno, dove ha portato la pizza a ruota di carro, i fritti della tradizione e il mito del cornicione ripieno.
“È stata un’invenzione di mio nonno, memorabile è la foto del 1959 che lo ritrae con un giovanissimo Umberto Agnelli e la pizza con il cornicione ripieno di ricotta fresca. Pare che fu realizzato come consolazione, dopo che la Juve perse la partita contro il Napoli al San Paolo”.
Ancora oggi è possibile ordinare la “Nonno Rodolfo” che, oltre al ripieno, accoglie la provola affumicata, la rucola, il Grana Padano, le zeste di limoni della Costa d’Amalfi ed un filo di olio evo a crudo.