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Antitrust sulle tracce delle pubblicità ingannevoli

02/07/2011

Antitrust sulle tracce delle pubblicità ingannevoli
Chi si ricorda le pubblicità con immagini in bianco e nero di donne grasse che diventavano longilinee, pubblicate sulle riviste quasi al limite della pornografia un po’ casalinga degli anni settanta? Erano già allora immagini ingannevoli, per prodotti ingannevoli che servivano a dare speranza a storie in cui l’affetto e l’amore non esistevano più.
Si sperava che quell’Italia non ci fosse più, per un certo periodo abbiamo anche sperato che drammi come anoressia o bulimia fossero se non scomparsi, ridimensionati, grazie anche al cambio di tendenza della moda.
Invece non è così. Restano ancora in circolazioni situazioni che, al posto delle vecchie immagini in bianco e nero, usano le moderne tecnologie, in maniera anche un po’ elementare. Basta osservare con attenzione l’immagine della pubblicità ingannevole sul sito lunaslim.net che garantisce "Fino a 10 kg in 5 notti".
Per fortuna che a vigilare oggi ci sono le associazioni dei consumatori, come Assoutenti, che segnalano all’Antitrust questi inganni.
"L'Antitrust ha sanzionato in molte occasioni le pubblicità che cercano di "agganciare" una fascia di consumatori molto sensibili ai problemi di sovrappeso garantendo risultati eccezionali senza base scientifica" afferma il Presidente di Assoutenti Mario Finzi. "Già in passato ci eravamo rivolti all'Antitrust per segnalare casi analoghi. Si tratta purtroppo di un fenomeno molto diffuso su cui porre la massima attenzione: proprio per sensibilizzare fasce sempre maggiori di consumatori abbiamo realizzato su questo tema anche un controspot, nell'ambito del progetto 'Guarda che ti riguarda!' che invita ad un consumo attento e responsabile di questi prodotti e comunque senza mai dimenticare una corretta dieta e una opportuna attività fisica".
Ma non sarebbe meglio che, al posto di suv e cellulari, si facessero campagne pubblicitarie sul valore dell’alimentazione sana che l’Italia è in grado di garantire meglio di chiunque altro? E le persone dedicassero qualche euro in più a questo tipo di consumi alimentari che, questi sì, possono aiutare l’economia a riprendersi?

Luigi Franchi

Collegati al sito http://www.guardachetiriguarda.it/
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