Parliamo di libertà e femminilità. Che connessione ci vedi?
“La libertà oggi è non dover dimostrare la propria particolarità, è lavorare in quanto cuoche e non in quanto donne. L’obiettivo di una donna deve essere la propria realizzazione intellettuale, lo sviluppo del proprio mondo interiore con la creatività e il lavoro, grazie a stimoli continui che riempiano la vita e la mente”.
Insomma, porre fine agli abusatissimi luoghi comuni rimarcanti le differenze di genere: per Antonia è giunta l’ora di narrare dell’altro. Di sondare il terreno complesso dell’immaginazione umana, per esempio. Di provare a capire da cosa scaturiscano le idee e di individuare quale sia oggi il modo migliore per esprimerle.
Antonia, a quel termine che hai appena citato, la creatività, che definizione attribuiresti?
“Sarò concisa: la creatività non è l’espressione del genio di un singolo. Le idee, anche le più apparentemente isolate, sono frutto di un pensare comune”.
Ecco, in una manciata di parole, un altro concetto di spessore assoluto: il creativo, cuoco o narratore che sia, deve sapersi muovere con destrezza sulla regnatela della creatività. O meglio, dev’essere lui stesso a tesserla, attingendo dalla comunità in cui è inserito. Per bandire ingiuste autoaffermazioni e consentire che l’opera, così come il piatto, rappresenti a tutti gli effetti una porzione di mondo.
Un concetto che si è fatto materia, con quei raviolini arrostiti ripieni al tarassaco, conditi con piccole biete, pak choi e erbe spontanee, che Antonia preparava proprio davanti ai nostri occhi mentre, ricordando le parole di Virginia Woolf, ci descriveva il suo luogo ideale e attuale di ispirazione creativa: una stanza, tappezzata di stimoli, erbe, ortaggi, profumi, persone. È la sua stanza, ancora tutta per sé, a Vencò.
Giulia Zampieri
L’Argine
Località Vencò 15
Dolegna del Collio - Gorizia
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