Il Premio Artisti per Frescobaldi ne è la conferma.
“Per fortuna che ci sono aziende che credono e che investono nell’arte e nella cultura, in questo Paese dove, ovunque volgiamo lo sguardo, siamo invasi dalla bellezza”. Lo ha affermato Ludovico Pratesi, critico d’arte, durante la conferenza di assegnazione del
Premio Artisti per Frescobaldi, voluto dalla nobile famiglia di produttori d’eccellenza, nel vino come nella cultura. Il Premio è stato assegnato a tre giovani artisti emergenti, tra i tanti che, ospiti dei Marchesi de’ Fescobaldi, hanno in questi mesi interpretato la tenuta di Castelgiocondo, dove si produce l’omonimo Brunello di Montalcino.
I vincitori sono:
Rä di Martino, nata a Roma nel 1975, vive e lavora tra Torino e Brooklyn (NY);
Giovanni Ozzola, nato a Firenze nel 1982, vive e lavora tra Prato e Parigi;
Elisa Sighicelli, nata a Torino nel 1968, dove vive e lavora. A loro è destinata una borsa di studio che è stata consegnata, nel corso della cerimonia alla Fondazione Stelline di Milano, da
Tiziana Frescobaldi, esponente della trentesima generazione della famiglia, e direttore artistico del Premio.
"Un grazie particolare ai premiati e a tutti i partecipanti. - ha affermato
Tiziana Frescobaldi - Le tre opere in concorso sono particolarmente significative: il lavoro di Ozzola è caratterizzato da una visione introspettiva, dall’influenza astrale e dal rapporto fra cielo e terra; la fotografia di Elisa Sighicelli mi colpisce per il contrasto fra la luce e la materia resa impalpabile; Rä di Martino ha voluto offrire un’immagine surreale e quasi onirica del paesaggio toscano. Sono particolarmente felice che tre lavori entrino a far parte della collezione Frescobaldi, arricchendola d’una sezione dedicata al contemporaneo. La giuria ha deciso di premiare la fotografia di Elisa Sighicelli, artista di grande talento alla quale rinnovo i miei più sinceri rallegramenti e i più calorosi auguri a nome di tutta la mia famiglia".
[nggallery id=87]
Una giuria di assoluta eccellenza, presieduta da
Antonio Paolucci (direttore Musei Vaticani) e composta da
Marina Pugliese (direttore Museo del Novecento), Angela Tecce (direttore Castel Sant’Elmo) e Franziska Nori (direttore Centro Culturale Contemporaneo Strozzina). A cui si affianca, nello strategico ruolo di curatore, Ludovico Pratesi che, in conferenza, ha rimarcato più volte il valore che arte e cultura hanno per il futuro dell’Italia.
Lo ha fatto interagendo con
Renato Mannheimer,
presidente di ISPO, che ha coordinato una ricerca, commissionata dalla famiglia Frescobaldi:
“Arte in tempo di crisi: l’importanza di investire in un settore chiave per la rinascita del Paese”, svolta su un campione di 800 persone statisticamente rappresentativo della popolazione italiana di condizione socio-economica medio-alta.
Una ricerca che raccoglie una serie di interessanti visioni del rapporto che gli italiani hanno con l’arte, tra cui il fatto che il il 90% degli intervistati ritiene che “chi investe in cultura fa un servizio al Paese che arricchirà anche le generazioni future e farlo significa puntare sulla rinascita del Paese”. Sempre dalla ricerca di ISPO scopriamo che l’88% del campione è convinto che l’arte possa essere uno sbocco per i giovani in difficoltà lavorative. Basti pensare a quanti potrebbero essere coinvolti nel sistema museale italiano, per raccontare ai visitatori ciò che stanno osservando, anziché vedere persone muoversi insicure tra gli spazi espositivi.
Peccato che a pensarla così non siano le istituzioni preposte allo scopo, visti i tagli che la cultura subisce costantemente in questo Paese. Ci pensano i privati, ci pensano le imprese, ci pensano i cittadini che, nei limiti del possibile, alla cultura non rinunciano. Ci pensa un’impresa e una famiglia, come i Frescobaldi, che oltre al Premio, destinato a diventare una ricca collezione d’arte a disposizione di tutti, ha riconosciuto un sostegno ad
AMACI, l’associazione che raggruppa i
Musei d’arte contemporanea in Italia.
Queste sono le cose che ci fanno convincere di vivere, tutto sommato, in un Paese migliore di quello che appare.
Luigi Franchi