Più volte, in questi anni, ho rilevato le preoccupazioni dei componenti della redazione di sala&cucina su un problema che, anziché risolversi, diventa ogni giorno più grande. I nostri giornalisti, ormai quattro volte su cinque, quando devono approcciare a un ristorante per scriverne devono superare lo scoglio della diffidenza dettato dal timore che si debba pagare per l’articolo e quando rispondono, sempre, di no quel timore diventa stupore.
Questo significa una sola cosa: che una buona parte di chi fa questo mestiere agisce in maniera scorretta. Ed è ora che lo diciamo a chiare lettere: non si aiuta la ristorazione a crescere se ci si comporta così. Questo è un fenomeno che è di vecchia data ma che pensavamo fosse solo appannaggio, come ogni tanto troviamo scritto, di influencer che, per un pasto gratuito, ti fanno un post.
Evidentemente non è così, visto che quest’onda malevola cresce. D’altro lato anche chi acconsente che si scriva gratuitamente è parte del fenomeno, siano essi editori sia giovani che vogliono entrare a far parte del club dei giornalisti.
L’etica del lavoro che fine sta facendo? Quale qualità di pensiero potrà mai venire elaborata se tutto è gratis nella produzione e a pagamento nella pubblicazione?
Fermiamo questo gioco al ribasso, ne va del futuro stesso del settore che già non naviga in buone acque. Confrontiamoci tutti su questo tema, anche se è spinoso. Non facciamone una questione morale, con il moralismo non si va molto lontano, facciamone una questione etica, di un lavoro che può dare molte, moltissime soddisfazioni, che può garantire ai giovani non un semplice tesserino da giornalista ma un contributo a rendere migliore la vita. Scrivere di ristorazione, di alimentazione, di vino, di ospitalità aiuta a divulgare un’immagine molto positiva dell’Italia; partecipa alla diffusione di uno stile di vita che ci invidiano in ogni parte del mondo; serve a dare giusti consigli per il benessere delle persone indicando quei luoghi dove si sta davvero bene. Come si può capire, il giornalismo enogastronomico ha un ruolo importante nella crescita della società e dell’economia.
Non dimentichiamoci che la ristorazione ormai è un autentico fenomeno sociale con cui convive buona parte della società libera, non riduciamo il giornalismo enogastronomico a un circo!
In questo modo io, da presidente di una rivista che vanta un serio posizionamento, potrò dare una risposta ai miei collaboratori ma, ciò che conta, è che ognuno di loro e ogni giornalista di questo settore non dovrà più rispondere alla domanda: quanto costa avere l’articolo?
Benhur Tondini