Augusta, cucina e cicchetto
Questo è il nome completo del locale. Un ristorante-bistrot dove tutto sa di memoria, di divertimento, di bellezza. A cominciare dai piatti dipinti appesi a una parete che erano il premio per chi vinceva le gare in spiaggia di mangiatori di spaghetti senza le mani. Sembra preistoria ma fino agli anni ’80 del secolo scorso erano gare molto ambite.
Un grandissimo specchio allarga lo spazio interno di Augusta, i tavoli sono ben distanziati tra loro, gli spazi estremamente curati ma la bellezza dà il meglio di sé nel giardino interno. Un luogo, anche questo, della memoria legata al cibo. Infatti, come rivela Oreste Delucca nel suo volume Toponomastica riminese: “la strada si chiamava Via delle Ghiacciaie perché quella intorno alla Cattedrale di Santa Colomba era la zona delle grandi vasche rotonde dotate di sistema di scolo che venivano riempite di neve ghiacciata ed erano utilizzate per conservare per mesi gli alimenti deperibili: pesce, carne, verdure prima che nascesse il frigorifero”.
Una mappa napoleonica ne contiene quattro e la parete curva che si trova nel giardino di Augusta ne è testimonianza. Come è testimonianza il muro che racchiude una parte del giardino che è originario dell’epoca malatestiana.
In quel giardino, in estate, Gianluca e, quando non è da Guido, Gianpaolo, propongono i piatti della loro adoratissima nonna Augusta. Piatti rimasti impressi nella loro memoria che tornano in vita attraverso la formula dei cicchetti, 12 assaggi dalla cucina in quattro giri – alici marinate, canestrini gratinati, lumachine di mare, strozzapreti alle canocchie, fritto di calamari sono alcune delle proposte – oppure alla carta con i sardoncini, lo spaghettone alle vongole di nonna Augusta, seppia e piselli, fritto misto. Un mangiare tradizionale di un sapore unico!
“Utilizziamo solo pesce locale e valorizziamo il più possibile prodotti che raccontino il bello e il buono del nostro territorio” spiegano i due fratelli. Quel bello e quel buono che hanno segnato la vita di Artusi, l’uomo che ha dato identità alla cucina italiana.
Del resto abitava a Forlimpopoli, a pochi chilometri da Rimini.