Oggi è il simbolo più iconico dello street food vietnamita e uno dei panini più amati al mondo, ma il bánh mì, che in vietnamita significa semplicemente “pane”, è molto più di un cibo di strada: è il risultato di oltre un secolo di storia che intreccia colonizzazione francese, guerre, contaminazioni culturali e rivoluzioni gastronomiche. Dietro la sua apparente semplicità si nasconde un racconto complesso, che parla di identità e profondi cambiamenti.
Descrivere cosa sia il bánh mì non è semplice, dato che non esiste una ricetta codificata. C’è sicuramente una struttura di base, ma ogni versione può variare molto a seconda della regione, della disponibilità degli ingredienti e della fantasia del venditore. Tra gli elementi ricorrenti troviamo però le verdure, solitamente cetrioli, carote e daikon, il coriandolo e il pane tipico, “figlio illegittimo” della baguette francese.
Questo piatto non deriva da una tradizione antica, ma nasce da un processo di trasformazione iniziato nella seconda metà dell’Ottocento e sviluppatosi, nella sua forma attuale, tra le due guerre mondiali. La baguette, ad esempio, fu introdotta in Vietnam dai francesi durante l’occupazione coloniale iniziata nel 1858. Nelle prime fasi della dominazione, però, non esisteva un vero scambio culturale tra coloni e popolazione locale. I francesi portavano con sé i propri prodotti, separandoli da quelli vietnamiti, e importavano ingredienti allora quasi introvabili in Asia, come farina di grano, burro, paté e salumi, per ricreare in loco la loro dieta europea. La separazione era così netta che i coloni disapprovavano apertamente i connazionali che si lasciavano influenzare dalle abitudini vietnamite, anche in cucina.
Tuttavia, questa divisione cominciò a incrinarsi durante la Prima guerra mondiale, quando migliaia di soldati francesi furono richiamati in patria e i magazzini dell’Indocina rimasero pieni di prodotti europei inutilizzati, che persero di valore e furono venduti a prezzi accessibili anche alla popolazione locale. Prodotti come la baguette entrarono così nell’immaginario vietnamita e vennero adattati alle condizioni ambientali: a causa della scarsità di farina di grano, i panettieri iniziarono a mescolarla con farina di riso, ottenendo una baguette più leggera e dalla crosta sottile, più adatta al clima caldo e umido.