Nella storia, in qualsiasi storia, c’è un prima e un dopo. E l’uomo, che si muove dentro alle storie, non è un suppellettile: indossa ruoli, esercita responsabilità, concorre alle evoluzioni e alle rivoluzioni, piccole o grandi che siano.
È questo uno dei pensieri che ci si porta a casa dalla visita in Contrada Bausa, nella costa marsalese, dove risiede oggi la cantina Barraco. Conoscere i vini, e prima il pensiero di Nino e Angela, è una presa di consapevolezza ulteriore su ciò che significa fare il vino con cultura. Interrogandosi, provando a dare delle risposte, senza che sia la consuetudine a guidare le scelte.
Il paesaggio, il mare, il terreno
Conviene raggiungerlo piano piano, salendo dal mare, osservando i vigneti, questo luogo che è un tutt’uno con il paesaggio circostante. Abbiamo detto ‘piano piano’ perché la lentezza è una posa che la Sicilia invita a mantenere: è il miglior modo che si ha per interiorizzare i luoghi, le storie, l’arte, l’aria tiepida o calda a seconda della stagione, le straordinarie vedute che si incontrano lungo il tragitto.
Barraco è un po’ una commistione di tutto questo e sarà difficile condensare tutti gli aspetti in poche pagine. Allora proviamo a raccontare subito lo straordinario panorama che si può ammirare dal terrazzo che sovrasta la cantina: dopo un sussulto iniziale, in qualsiasi direzione si allunghi lo sguardo, c’è bellezza. Le ordinate viti ad alberello occupano buona parte della veduta, che culmina a nord con la sagoma di Erice, a ovest con i profili dell’isola di Mozia, dell’isola Grande, di Favignana. Il mare è lì, a due passi, e non si può slegare dal racconto: è co-narratore, influenza e caratterizza le uve. Quando si assaggiano i vini di Nino la salsedine si sente, è sotto che tesse le fila, è evocazione e piacevolezza. Ma il mare non scrive nulla da solo: lavora con il suolo, che è fortemente caratterizzato a seconda della localizzazione del terreno. I vigneti di Petrosino, per esempio, sono sabbiosi, ricchi di calcare e qualche volta di alghe. Rina Vecchia, il più datato, è su una duna di sabbia marina; il particolarissimo vigneto di Rinazzello si distingue per marne e calcarenite. E via andare. E poi, oltre a ciò che la natura mette a disposizione, c’è l’uomo, che ha il potere di direzionare il racconto, come ci suggeriscono le riflessioni di Nino.