Da artista, ad artista ed enologo
Solo dopo un proficuo e lungo dialogo, Bibi apre le porte della sua cantina. Un luogo totalmente atipico. Non c’è traccia di insegne, macchinari e tubi, né di bottiglierie espositive. Dietro alla porta di quella che sembra una signorile abitazione compaiono delle sale colorate, illuminate con cura, raffinate nella loro semplicità, con una inaspettata quantità di barrique e tonò. Tra una stanza e l’altra, affissi ai muri, vi sono quadri e sculture che rendono la passeggiata una vera e propria visita museale. Scendendo di poco si incontra il cuore della cantina dove dei ragazzi, impegnati in studi enologici, compiono le pratiche quotidiane di pulizia, travaso, misurazione. È difficile però porre a Bibi, a quel punto, domande che riguardino le tecniche e le scelte di vinificazione: la testa è totalmente in cortocircuito per la straordinarietà del luogo, situato proprio sotto alla piazza di Fiesole.
C’è poi un lungo corridoio, organizzato al millimetro, in cui si scovano tutte le annate più importanti, e una stanzetta che raccoglie i grandi formati.
“Questo posto era una totale baraonda prima che lo acquisissimo e rimettessimo a nuovo. In passato è stata pure una sala da ballo. Adesso è un luogo in cui ho messo in contatto le mie passioni e in cui amiamo ospitare chi vuole conoscere i nostri vini. Non avremo mai una propensione turistica, vogliamo che la comprensione avvenga lentamente e con il giusto ascolto”.
Il resto della magia lo fa il momento della degustazione che avviene qualche metro sopra, su una sala adornata con begli oggetti e una veduta che cade sui profili di Firenze.