Nonostante il primo ristorante giapponese in Italia aprì i battenti nel 1972, per molti il primo incontro con la cucina giapponese avvenne solo tre anni dopo; non al ristorante, ma al cinema. Il riferimento è alla celebre scena dell’appuntamento tra Fantozzi e la signorina Silvani, contenuta nel primo film della serie uscito proprio nel 1975. La sequenza mette in risalto una serie di stereotipi e timori dell’italiano medio riguardo un tipo di cucina, al tempo vista forse come una moda passeggera, apparentemente incomprensibile, fatta di pesce crudo e cani, come quello della signora Silvani, Pierugo, servito come portata principale. Anche a causa di questa sua rappresentazione nei media, in Italia così come in tutto l'Occidente, l'accettazione della cucina asiatica e in particolare del suo prodotto di punta, il sushi, non è stata immediata. Essa è dovuta necessariamente passare attraverso dei passaggi progressivi, che permettessero all’Occidente di avvicinarcisi in maniera graduale. Uno degli step fondamentali è stata la creazione a tavolino di una ricetta che riuscisse a fare da apripista, ovvero quella del California Roll.
Questo piatto è menzionato per la prima volta dalla rivista Times, in una recensione del 1979 di un ristorante nel quartiere di Tarzana, a Los Angeles, ma con tutta probabilità esisteva già da qualche anno. A cavallo tra anni ‘60 e ‘70 negli Stati Uniti si diffuse una vera e propria febbre per il Giappone, provocata da molti fattori concomitanti, che contribuirono anche alla popolarità della cucina tipica del paese. Per prima cosa vi era una curiosità post-bellica nei confronti di popoli così differenti e lontani e delle loro tradizioni giudicate strambe. Un altro fattore fu l’avvento di nuove diete come la macrobiotica, che accrebbero di molto la domanda di ingredienti che fino ad allora erano sconosciuti, come la soia, in tutte le sue varianti, e le alghe. Infine, il boom economico degli anni '70, chiamato "il miracolo giapponese", contribuì a rendere appetibile il paese agli occhi del mondo, così come tutte le sue produzioni, dall’artigianato, alla tecnologia, al cibo. Tutto questo si combinò insieme in una terra come la California, che allora stava diventando il perfetto incontro tra il movimento Hippy e gli Yuppie, “young urban professional” che in quel luogo avrebbero fondato le prime aziende tecnologiche, dando vita a quella che oggi conosciamo tutti come Silicon Valley.