La sperimentazione di un nuovo modello di formazione previsto dalla Riforma istituti tecnici e professionali, che permette di arrivare al diploma al quarto anno anziché al quinto e poi l’accesso a due anni di ITS Academy, è alle porte: partirà dal prossimo settembre (a.a.2024/2025).
Nello specifico degli istituti alberghieri sono 1669 gli iscritti su tutto il territorio nazionale che esperiranno questa nuova filiera tecnico professionale “4+2”, come sinteticamente è stata battezzata.
Un numero esiguo, evidentemente qualcosa della nuova proposta non ha convinto pienamente. Al momento, lo sforzo di cambiare non è servito a far guadagnare posizione ai professionali, se si pensa che la percentuale di iscritti al prossimo anno scolastico è aumentata solo dello 0,71% (dal 12,1% dello scorso anno sono infatti passati al 12,72%).
La sfida non è piccola, lo sappiamo bene: nobilitare gli istituti professionali, convincere una serie di soggetti che incidono sulle scelte dei ragazzi, a partire dai genitori passando per gli insegnanti delle scuole medie, alla cui azione distorsiva non si pensa mai troppo, che queste scuole non hanno meno dignità delle altre, ben più gettonate.... Se non si va alle radici, cioè se non si inizia a individuare tutte le responsabilità diffuse di chi depista innanzitutto nelle scelte in ingresso, si rischia di creare ulteriori stratificazioni del problema, che rimane non risolto e può vanificare i migliori sforzi di rinnovamento.
E anche guardando a chi la scelta del nuovo modello l’ha fatta e la farà (se la cosa avrà un prosieguo), bisogna capire come poi giocherà il finale. Lavorerà nel settore? Sappiamo quanto sia elevata anche la dispersione post diploma. Evidentemente ci sono responsabilità anche negli sbocchi, in uscita.
Non sono così apatici come spesso li dipingiamo questi ragazzi, semplicemente c’è chi li accende e chi no.
Anche questo dobbiamo accettarlo. Sono forse uguali tutti i professori che attraversano il loro percorso? Hanno lo stesso ascendente su di loro?
I professori... quelle figure che ti accompagnano nel processo formativo e che mai potranno essere sostituite… nonostante il nuovo modello preveda la collaborazione a tempo determinato con figure professionali esterne, provenienti dal mondo delle imprese, per colmare lacune di competenze tecniche.
Noi siamo quindi per la valorizzazione dei docenti in dotazione alla scuola, e siamo felici che finalmente, come ha annunciato il Ministro, sia arrivato per loro un aumento economico, una sorta di riconoscimento per il loro lavoro. Ma siamo altresì fortemente meritocratici: dare ancora di più a chi merita, in questo sistema che comporta la responsabilità d’altri nella fase più delicata della loro vita.
Inutile negarselo, fra i professori c’è chi merita e chi non merita, chi è capace e chi non lo è, chi ci mette anima e tempo ad oltranza e chi fa il minimo sindacale, magari pure in modo obsoleto. Senza volere togliere nulla a nessuno, sarebbe giusto che chi merita abbia di più e che questo diventi uno sprone per chi lavora più svogliatamente.
Teniamo presente che la nuova riforma manterrà la stessa batteria di docenti in dotazione alla scuola fino ad ora. Non dimentichiamolo! Nel bene e nel male. Non stiamo parlando in modo astratto: conosciamo molti prof in carne e ed ossa e abbiamo troppa ammirazione per diversi di loro per ritenere giusto che il trattamento sia paritario.
È fresca la notizia che si intende anche reclutare un altro buon numero di prof. Auspichiamo che i concorsi indetti vengano ritarati. Anche da questo fronte non ci giungono buone notizie di quanto avvenuto nelle ultime tornate. È sconfortante, in certi casi, rilevare che il livello di preparazione sia troppo acerbo e scollegato dalla realtà! per interessare i ragazzi. Che, lo ripetiamo, non sono apatici. Semplicemente giudicano. E purtroppo dobbiamo ammettere che, a volte, possano avere anche delle ragioni.
Il rispetto va saputo conquistare.