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Come, oggi, si diventa insegnante tecnico pratico di enogastronomia di ruolo

13/09/2024

Come, oggi, si diventa insegnante tecnico pratico di enogastronomia di ruolo

Avevo in mente da tempo di capire come avviene l’arruolamento del corpo docente ITP (insegnanti tecnico pratici) di enogastronomia che lavorerà stabilmente negli istituti alberghieri e mi sono riproposta, non appena ne avessi avuto l’occasione, di assistere agli esami del concorso personale docente che sancisce, sulla base delle necessità, chi diventerà di ruolo, cioè farà questo mestiere per tutta la vita.

Un concorso strutturato in tre prove
Trovandomi giusto nei giorni di esame in Veneto, uno dei poli territoriali prescelti come sede di concorso, ho approfittato per accedere come uditore ad un’intera giornata di orali.
A fronte di nove posti disponibili in Veneto e cinque in Emilia Romagna si è candidato un popolo di 800 persone, a cui sarebbe stato chiesto di affrontare tre prove:
- una prova scritta in 50 quesiti a risposta multipla (ambito pedagogico, psicopedagogico, metodologico didattico, inglese, competenze digitali)
- una prova orale sulla conoscenza della disciplina per cui si concorre, la capacità di didattica efficace che contempla anche una lezione simulata, nonché la capacità di comprensione e conversazione in lingua inglese
- e una prova pratica: laboratorio.
Già il primo step ha visto al palo circa ¼ degli iscritti, vuoi perché si sono ritirati, vuoi perché non hanno passato la prova. I circa 200 rimasti in gara hanno quindi potuto accedere all’orale, in un arco temporale di una quindicina di giorni. E qui mi sono presa un giorno intero per ascoltare i candidati che si sono susseguiti dal mattino al pomeriggio.


Ma chi ha potuto accedere a questo concorso?
I possessori di diploma di maturità professionale, anche neodiplomati, magari pure già alle prese con supplenze. Sì perché in fondo, ad oggi, basta iscriversi nelle GPS (Graduatorie provinciali per le supplenze) ma anche candidarsi spontaneamente (MAD, Messa a disposizione) presso le scuole per entrare nel giro delle supplenze.
Teniamo in nota questa informazione perché è qui che dobbiamo concentrare l’attenzione, come vedremo meglio a seguire.

Un piccolo spaccato degli esaminandi del concorso docenti ITP di enogastronomia per posizioni Emilia Romagna e Veneto
Dicevo che mi sono messa in posizione di ascolto attento, a partire dalla presentazione personale dei candidati, trovando un minimo denominatore: pressoché tutti stavano già facendo supplenze.
Dalla 21enne barista, diplomata due anni fa, all’insegnante di sostegno alle primarie alla ragazza straniera che ha studiato il doppio tra il suo Paese e l’Italia ma la pronuncia ancora non è lineare a un cuoco in attività da 27 anni fino ai due giovani diplomati che sono su supplenze di lungo corso (da un paio di anni)...
Ciascuno di loro, il giorno precedente, è passato dalla sede d’esame ad estrarre il tema della lezione simulata che avrebbe dovuto preparare e presentare l’indomani davanti ad una commissione (composta da un dirigente scolastico, due docenti ITP di enogastronomia e una docente di inglese)  che si è posta subito come molto rigorosa, martellante e intransigente, aspetto, questo, positivo.
“Signorina, se si rivolge così ad una classe le garantisco che in tre mesi la fanno scappare! Con i ragazzi bisogna trovare chiavi di accesso, per tenere la loro attenzione, innanzitutto. Se non ottiene questo non riuscirà nemmeno ad insegnare”.
Ma anche quel cuoco con tanti anni di esperienza in cucina che non riusciva ad esprimersi bene mi ha fatto riflettere che non è sufficiente essere bravi cuochi per essere pure bravi docenti: se non si sa comunicare come si fa a trasmettere? Basta la sola conoscenza? Basta la passione? Sono domande a cui è bene che si inizi a rispondere onestamente.
Di fatto, in quella giornata, di tutti gli esaminandi uno soltanto, che sta facendo una supplenza continuativa da due anni, è entrato in sintonia con la commissione: fare sicuro, un bel timbro di voce, un modo di spiegare catturante, la capacità di contestualizzare la lezione dentro una programmazione temporale (indispensabile quando si insegna) e una solida conoscenza di decreti legislativi e regole. Con tutti gli altri la commissione si è manifestata perplessa. Certo, mancava ancora la prova di laboratorio per tirare le somme.

Come, oggi, si diventa insegnante tecnico pratico di enogastronomia di ruolo


Un necessario filtro alle supplenze per ITP
Mentre stiamo scrivendo ci giunge notizia che il nuovo anno scolastico (A.A. 2024725) in partenza si aprirà all’insegna dell’incertezza. E, guarda un po', la principale criticità riguarda la carenza di docenti. Circa i numeri, a fronte di previsioni che – da uno sguardo complessivo sul mondo scuola – hanno paventato che si supererà il record dei 250mila supplenti, di contro a 45.924 posti assegnati tramite concorso, il ministro si è affrettato a precisare che “le vere supplenze, quelle a tempo pieno, saranno 165.000, un numero in linea con lo scorso anno”.  Sempre di numeri importanti si tratta e di docenze a tempo pieno che, nel bene e nel male, hanno il loro peso sui ragazzi. E non ci consola l’affermazione, sempre del ministro, che siamo in linea con i numeri dell’anno precedente.
Quanto al nostro interesse specifico per l’alberghiero, e alla luce dell’attuale sistema di formazione e reclutamento, in vigore fino al dicembre 2024,  è lecito chiedersi:
da quale sacca sul fronte dei docenti ITP di enogastronomia (o di sala sala&vendita o di accoglienza) si andrà ad attingere questi i supplenti mancanti a cui, fino ad oggi, basta, come dicevamo, avere un diploma e iscriversi bellamente nelle GPS (Graduatorie provinciali per le supplenze) o candidarsi sempre bellamente in singole scuole sempre come supplenti? Fra questi ci saranno anche gli esaminandi silurati del recente o dei passati concorsi che comunque hanno tenuto piede nella supplenza?

Non è facile entrare in questi intricatissimi meandri, che vanno a complicare percorsi che dovrebbero essere lineari come autostrade... ma se parto da ciò che ho visto con i miei occhi è lecito che mi interroghi e ponga questioni a voce alta sul qui ed ora, su ciò che sta entrando in circolo. E anche sul pregresso, che per essere smaltito richiederà tempo. E qui il riferimento va agli ambiti decisionali, non a chi - i dirigenti scolastici - è costretto a fare i conti con cambi continui del senso di marcia, perché cambia un ministro.

Cosa ci aspetta a partire dal 2025
A partire dal 1 gennaio 2025 sarà operativa la “Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento” che promette un profondo rinnovamento...
Cambiano le modalità di accesso al ruolo dei docenti ITP nelle scuole, per cui i requisiti richiesti non saranno più il solo diploma ma:
- un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale, corrispondente a non meno di 60 crediti formativi universitari o accademici
- un concorso pubblico nazionale su base regionale o interregionale
- un periodo di prova in servizio di durata annuale con test finale e valutazione conclusiva
Come è noto, ci saranno anche altri cambiamenti: è partita con l’inizio dell’anno scolastico la sperimentazione di un nuovo modello di formazione tecnica e professionale, il cosiddetto 4+2, per oltre 170 istituti tecnici e professionali.
Sperimentazione, precisiamo, perché per la piena attuazione della riforma mancano ancora dei passaggi, fra cui due decreti attuativi.
Si tratta di un percorso quadriennale (e non più quinquennale) al termine del quale gli studenti potranno scegliere se iscriversi a un ITS Academy (percorso post diploma ad alta specializzazione tecnologica), proseguire gli studi all’Università o iniziare un’esperienza lavorativa. Quindi, nonostante la dicitura 4+2, non sta scritto che il decurtato percorso di studi superiori abbia per forza un seguito con quel+2, che allude al biennio di ITS Academy. Quest’ultimo resta un’opzione, peraltro molto poco compresa rispetto agli altri Paesi europei. Speriamo in una conversione.
Il nuovo modello promette un percorso di formazione più flessibile e connesso al mondo del lavoro, che contempli - fra le altre cose- l’incremento delle attività laboratoriali e la possibilità per le scuole di coinvolgere esperti esterni per discipline altamente specialistiche.
Ci sarà tempo per entrare nel merito e toccare con mano, che è sempre la cosa migliore. Avremo quindi modo di scriverne.
Che se si rivelerà la volta buona festeggeremo! Intanto, mentre la rivista sta andando in stampa, ci giunge notizia che il liceo made in Italy è stato sospeso dal Consiglio di Stato!

a cura di

Simona Vitali

Parma, la sua terra di origine, e il nonno - sì, il nonno! - Massimino, specialissimo oste, le hanno insegnato che sono i prodotti, senza troppe elaborazioni, a fare buoni i piatti.
Non è mai sazia di scoprire luoghi e storie meritevoli di essere raccontati.
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