Come comunichi le tue attività, i 13 ristoranti, il numero di stelle Michelin, le due strutture che ti hanno affidato in esclusiva le loro location per gli eventi?
“La comunicazione è gestita attraverso i nostri profili social ufficiali e attraverso un ufficio che gestisce e coordina le relazioni e i rapporti con i media”.
Ogni quanto vi vedete con tutti i responsabili dei ristoranti? Come affronti la formazione del personale?
“In Italia mi reco di persona una volta al mese in tutti i ristoranti e mi confronto con gli chef resident e i direttori di sala, ma parlo al telefono ogni giorno con ognuno di loro.
Per quanto concerne la formazione, tutti i nostri chef resident hanno fatto un training al Mudec, insieme condividiamo il messaggio gastronomico e i valori che vogliamo raccontare in quel luogo, si studia il menu e poi viene fatta una prova generale dei piatti. Una volta definito il tutto, lo chef resident è pronto per iniziare a svolgere il proprio lavoro”.
C’è un turn-over elevato tra i dipendenti? Quante persone sono coinvolte complessivamente? Riscontri problemi di reperibilità del personale?
“Abbiamo un turn over piuttosto elevato ma non nelle figure diciamo apicali, quindi che hanno una responsabilità in cucina e in sala. Tra Italia, estero e consulenze sono coinvolte quasi settecento persone. In questo periodo si fa abbastanza fatica a reperire personale qualificato, ma è una tendenza abbastanza generalizzata nella ristorazione”.