Furono gli anni delle grandi migrazioni nelle Americhe, specie nel sud, ma in molti si spostarono anche a nord. Molti di questi, che si trasferirono principalmente in luoghi di lingua tedesca, provenivano dalle valli del Cadore e dalla Val di Zoldo. In un certo senso in queste zone non si fece altro che continuare un’abitudine che già era ben radicata nel tessuto sociale, come in tutto l’arco alpino, infatti, qui gran parte dell’economia si reggeva sul commercio ambulante di merci di vario genere. In particolare, zoldani e i cadorini erano noti per il commercio di chiodi, pere cotte e zalet (dolci poi diventati tipici della città di Venezia). Questa forma di commercio era principalmente appannaggio maschile e seguiva un ciclo stagionale: in estate si lavorava, mentre in inverno gli uomini facevano ritorno alle loro valli, dove ritrovavano amici e familiari. Inizialmente una delle mete favorite fu l’Austria, con Vienna in testa, ma anche Prussia e Unione Sovietica erano considerate dei buoni posti dove far fiorire i loro commerci. Col tempo queste figure si specializzarono nella vendita di caldarroste e dolci in genere, e a poco a poco emerse sempre più la figura del gelataio.
La pratica della vendita ambulante di gelati ebbe una battuta d’arresto durante la Prima guerra mondiale, ma già dagli anni’20 riprese con forza, coinvolgendo uomini da tutto il Triveneto. La destinazione principale divenne la Repubblica Federale Tedesca con le sue città Berlino, Hannover, Stoccarda e Monaco. Il grande successo di queste attività spinse i lavoratori ad abbandonare progressivamente i carretti e la vendita ambulante, aprendo le prime gelaterie tra le mura delle città. Una delle prime gelaterie del paese fu fondata a Monaco di Baviera dalla famiglia Sarcletti, raggiungendo un successo che ha permesso di continuare l’attività fino ad oggi.
L’immigrazione italiana in Germania iniziò a crescere a ritmo sostenuto fino alla Seconda guerra mondiale, ma riprese poi con vigore verso gli anni 50 durante il miracolo economico tedesco, dove il gelato diventò simbolo di ottimismo e benessere, molto richiesto specie nella zona della Ruhr. Durante questo periodo le gelaterie acquisirono un ruolo sociale importante, diventando un’alternativa per famiglie alla classica birreria.