L'Almanach des Gourmands e il Manuel des Amphitryons
Le aperture di nuovi locali erano all’ordine del giorno e ben presto si riempirono di ricchi borghesi che, secondo Grimod, capivano poco di letteratura e dell'arte della buona tavola. C’era, quindi, bisogno di una guida affidabile per indirizzarli nei posti migliori di Parigi: nacque così L'Almanach des Gourmands. Era il 1803 e fu una pubblicazione di enorme successo, proseguita, annualmente, fino al 1812.
Per i suoi resoconti ogni settimana invitava dodici appassionati, "la migliore giurisprudenza gastronomica d'Europa", per cene che duravano parecchie ore tra ricette, critiche e arguzie, aperti nel confrontare le loro esperienze gustative, assaggiando i pasti inviati dai vari ristoranti o negozi di eccellenze gastronomiche. Le loro opinioni, riportate sull’Almanach e pubblicate l’anno successivo, decretavano il successo o la stroncatura di molti chef e ristoranti appena aperti.
Se nella prima parte dell’Almanacco si descrivevano prelibatezze gastronomiche di stagione e le loro qualità, nella seconda, intitolata “itinerario gastronomico o passeggiata di un buongustaio in vari quartieri di Parigi”, venivano commentati i caffè (Tortoni, Procope, Corazza…), i ristoranti (Véry, Le Gacque, Rocher de Cancale, Parc d'Etretat…) e i negozi gastronomici (La Halle, Corcellet, Chevet…).
Nel 1808 Grimod pubblicò un altro testo fondamentale: il "Manuale degli Ospiti" (Manuel des Amphitryons) definito un “petit traité de politesse gourmand” (piccolo trattato di gentilezza gourmand) ricco di immagini e consigli su come sezionare, porzionare e presentare a tavola vari animali, descrivendone le qualità gastronomiche e culinarie, ma anche sui menu, sul galateo da osservare e su tutto quanto sia necessario della nobile arte della tavola che renda l’anfitrione degno di questo nome.
Grimod fu profondo conoscitore della gastronomia e dell’eleganza a tavola ma anche un grande anticipatore: ben prima del principe Kouriakin, definito come ideatore del servizio alla russa, iniziò a far servire i suoi pranzi secondo una sequenza di portate stabilite su un menu e porzionate in sala, e, soprattutto, ben prima di Brillat-Savarin e del suo testo Fisiologia del Gusto (1825), iniziò a parlare di gourmand e di una modernissima idea di cucina e di tavola.
Morì nel 1837, non prima di aver organizzato un’altra epica cena, invitando i suoi amici, all’oscuro di tutto, affranti per il suo funerale, per riapparire, con sorpresa generale, giusto per il dessert.
“Un ospite che non sa né intagliare né servire è come il proprietario di una bella biblioteca che non sa leggere… La pratica di quest’arte è indispensabile per tutti i capifamiglia che vogliano dimostrare di non essere nati ieri”. — Grimod de La Reynière, Manuel des Amphitryons.
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Meditations d'un gourmand / Almanach-des-Gourmands – vol. 4 1806 / Public Domain Wiki Commons
Grimod de la Reynière / Manuel de Anphitryons 1808 / Come porzionare un rombo, un barbo e una carpa. /Public Domain Wiki Commons
Alessia Cipolla