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I Morsi di Joy

30/10/2023

I Morsi di Joy

Da tempo il panzerotto è assurto alla gloria nazionale e non solo, ma non dobbiamo mai dimenticare che le sue origini sono pugliesi e non si può pensare di approcciare a questa terra senza farsi almeno una bella scorpacciata di panzerotti, meglio se più di una.
La panzerottata identifica il carattere dei pugliesi con il loro senso di casa, famiglia, quel riunirsi per stare bene insieme.
Ci ha stuzzicato, transitando da Ostuni, il box proposto da I Morsi di Joy che prevede la possibilità di scegliere due, quattro o sei pezzi tra le otto proposte in menù, da gustare sul posto o da asporto. È a partire da una ricetta di famiglia che Michele Caramia arriva a mettere a punto l’attuale formula che prevede la realizzazione di graziosi panzerottini (volutamente più piccoli della norma), il cui impasto realizzato con una speciale miscela da lui calibrata, viene steso più sottile dell’ordinario e funge da involucro di veri e propri piatti cucinati. 

I Morsi di Joy

Non più il cibo povero fatto con gli avanzi della pasta di pane dopo la cottura del pane stesso in campagna ma lo sfizio elegante, accattivante per gli occhi. “Il mio intento- spiega Michele - è di renderlo leggero, far sì che tra l’impasto e il condimento interno ci sia un equilibrio”.
Ad oggi due sono i punti vendita de I morsi di Joy, tra Speziale e Ostuni. Un terzo, verrà aperto a Cisternino a metà 2024. “La nostra clientela va dai 28 anni in su ed è molto selezionata perché abbiamo posto una condizione di vendita che deve essere capita: solo pagamenti elettronici. Chi ha questa predisposizione dimostra un’apertura alla modernità e può capire meglio il mio prodotto”. È anche un’operazione di grande trasparenza, aggiungiamo noi.
Ma I Morsi di Joy nasce come catering di panzerotti, come andremo scoprendo a breve.
Ciò che sorprende di Michele Caramia è la determinazione nel voler tracciare un suo percorso, già dalla giovane età di 18 anni quando, partendo dal rilevare come in quella terra in cui le braci erano molto utilizzate mancasse un venditore locale, ha preso contatti con il paesino natale della madre in Aspromonte per approvvigionarsi di legna e braci da rivendere, sapendo di poter contare sulla qualità di un prodotto italiano (di contro a quello proveniente dal Sud Africa), per di più ad un prezzo accessibile. In soli due mesi si è preso una bella fetta di mercato (anche nelle strutture ricettive) e nel giro di un anno è diventato grossista per poi vendere l’attività, deciso a camminare ancora, con il desiderio di dare anche lui un contributo al suo territorio, questa volta sul fronte gastronomico, considerando i suoi studi alberghieri, che ha voluto esperirlo in lungo e in largo, con quella voracità che è solo di chi vuole inglobare e crescere il più possibile senza perdere tempo.

I Morsi di Joy

Da quel momento inizia così per lui un periodo intensivo che si protrae per una decina d’anni, in cui muovendosi da sud a nord fino e anche oltreconfine, si applica a quanti più mestieri possibili, da cameriere a rappresentante a rivenditore di olio pugliese in Svizzera (un’altra sfida perché lì consumano prettamente olio) fino al rientro a casa, dove trova l’opportunità di gestire - lui così appassionato di fornelli - un locale del centro di Ostuni con piccola cucina, che non tarda a trasformare in cucina vera e propria. Arriva poi il tempo della vicedirezione di una struttura in Calabria e anche quello dell’apertura di una casa vacanze a Speziale. E quest’ultimo passo lo lega definitivamente al suo territorio.

I Morsi di Joy

Come nasce I Morsi di Joy
È il 2015 quando dà vita ad un’agenzia eventi, Nescha event (Nescha è il soprannome della nonna che aveva un panificio sulla punta dell’Aspromonte), dove ogni volta dà voce a una cantina, un caseificio, una realtà gastronomica locale.... finché nel 2019, durante un evento, non si manifesta la necessità di dover supplire alla mancanza del produttore di panzerotti e Michele decide di chiamare in causa la madre, abile cuoca casalinga.
“Fino a quel giorno - ci racconta - non avevo mai realizzato panzerotti, e giusto durante l’evento un’imprenditrice locale mi ha chiesto se avessi potuto replicare quest’esperienza anche nel suo locale. Io le ho risposto affermativamente, nonostante non ne avessi idea”.
Da questo momento nasce lo “stand panzerotti”, postazione fissa due volte la settimana a bordo piscina del ristorante, con musica dal vivo. Ho quindi iniziato a fare in prima persona ciò che delegavo.
Partendo dalla ricetta di mamma ho voluto dare un’identità precisa a quei panzerotti, mettendo mano innanzitutto alla miscela delle farine (farina 0, 00 e semola – di quest’ultima ho ridotto la percentuale rispetto all’ordinario) perché l’impasto rimanesse perfetto fino a fine evento (giusto equilibrio fra lievitazione, elasticità e croccantezza).
Gli apprezzamenti non hanno tardato ad arrivare e, considerato il successo, io e la mia compagna abbiamo pensato di creare un brand, Morsi di Joy, catering di panzerotti, con cui entrare sul mercato, andando così a delineare una nuova strada accanto a Nescha event.  L’arrivo del covid ha bloccato entrambe le attività ma noi non ci siamo persi d’animo e abbiamo pensato di mettere sul mercato la nostra miscela di farine per panzerotti, creando in collaborazione con un mulino buste da ½ kg a marchio Morsi di Joy, appunto.
Oggi tra catering e punti vendita posso dire di essere riuscito in una mia personale operazione di destagionalizzazione. Guardando avanti mi sono dato l’obiettivo di aprire una catena di negozi di panzerotti entro il 2027, non un franchising però, per poter meglio avere il controllo della qualità del prodotto. A questo aspetto tengo molto”.

a cura di

Simona Vitali

Parma, la sua terra di origine, e il nonno - sì, il nonno! - Massimino, specialissimo oste, le hanno insegnato che sono i prodotti, senza troppe elaborazioni, a fare buoni i piatti.
Non è mai sazia di scoprire luoghi e storie meritevoli di essere raccontati.
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