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La cucina italiana non esiste

15/06/2024

La cucina italiana non esiste

Gran bel libro quello scritto da Alberto Grandi e Daniele Soffiati. Inizia con un sintetico excursus sulla storia d’Italia dall’unità (1861) ai nostri giorni, evidenziando la capacità del Paese di crescere nel momento della fiducia e del libero pensiero, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale quando, nell’arco di un decennio, siamo passati da una società prevalentemente agricola a una società moderna e industriale. In quel decennio che va dal 1950 al 1960 l’Italia subì una profonda trasformazione: basti pensare che nel 1951 solamente il 7% delle case disponeva di acqua potabile, energia elettrica e servizi igienici. Nello stesso anno il nostro Paese produsse 18.500 frigoriferi, divenuti 370.000 nel 1957 e 3.200.000 nel 1967; il simbolo del cambiamento, la precondizione per portare l’energia elettrica nelle case.
 

Da quel momento, con l’avvento anche dell’automobile, cambiarono le abitudini degli italiani a tavola. Ed è da quegli anni, e non prima, che possiamo parlare di cucina in modo esteso; prima c’erano solamente polenta, verdure, un po’ di pasta (diffusa al sud ma ancora poco al nord dell’Italia).

Per questo e altri motivi, ben spiegati nel saggio, che parlare di tradizione antica della cucina italiana è un falso mito.

La pasta l’abbiamo conosciuta grazie agli emigrati di ritorno, così come molti altri alimenti che non potevano essere consumati, per la miseria nera in cui viveva la maggior parte degli italiani. I soldi degli emigrati, il loro vedere che esisteva una diversa possibilità di vita hanno fatto la differenza.


Una differenza che oggi assume un significato ancora diverso: è, infatti, un altro falso mito credere che la cucina italiana (con tutto quello che coinvolge l’intera filiera) possa essere la panacea di tutti i problemi del Paese.

Non è con i richiami alla tradizione, con il dire che si stava meglio prima, con il rifiuto di capire che il mondo si evolve che si risolvono i problemi e Alberto Grandi e Daniele Soffiati lo spiegano in maniera assolutamente chiara e concreta.

Il volume indaga su quello che viene definito italian sounding con la precisione dei dati: non saranno mai le forme originali di Parmigiano Reggiano a sostituire il parmesan.
La piacevolezza della lettura è poi data dai mille esempi concreti di come la stragrande maggioranza dei prodotti alimentari, oggi ritenuti italiani, sia arrivata a noi dalle Americhe (pomodori, patate, mais, ma anche pizza) e dai tanti stati che hanno invaso nei secoli il nostro Paese. Contaminazioni dunque e non tradizioni antiche.

Ma leggetelo, è molto istruttivo!

 

La cucina italiana non esiste
Alberto Grandi e Daniele Soffiati
Mondadori
pagg. 270

Euro 19,00

a cura di

Luigi Franchi

La passione per la ristorazione è avvenuta facendo il fotografo nei primi anni ’90. Lì conobbe ed ebbe la stima di Gino Veronelli, Franco Colombani e Antonio Santini. Quella stima lo ha accompagnato nel percorso per diventare giornalista e direttore di sala&cucina, magazine di accoglienza e ristorazione.
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