Una rete agricola che rappresenta un cambiamento radicale per il settore, e che in virtù di valori condivisi e impegni reciproci, nel rispetto di rigorosi disciplinari produttivi, promuove scelte virtuose, come la raccolta meccanica contro ogni sfruttamento della manodopera, il risparmio idrico nelle coltivazioni e l’abbattimento dell’impiego di fitofarmaci, a tutela della salute, dell’ambiente e, non da ultimo, della qualità.
Una qualità trasparente, che negli ultimi anni si avvale di nuove tecnologie e nuovi strumenti di condivisione con tutti gli attori della filiera: tutti i dati produttivi dell’azienda sono infatti tracciati in blockchain con DNV (Det Norske Veritas) e resi disponibili alla consultazione, tramite un semplice click su Qr Code in etichetta.
Di anno in anno, il consumatore manifesta un’attenzione sempre maggiore alla qualità sostenibile, a un’idea di ‘buono’ che vada oltre l’aspetto meramente sensoriale dei prodotti e prenda in considerazione le implicazioni ambientali e sociali della produzione. E un consumatore attento e consapevole è una garanzia per l’intera filiera.
E ulteriore aspetto dell’impegno de La Fiammante, per costruire una nuova narrazione del pomodoro, consiste proprio nell’abilitazione dei consumatori a compiere scelte consapevoli: #solodapomodorofresco è la campagna, lanciata nel 2021, per spiegare come leggere il codice di produzione della passata, e individuare così la data precisa di produzione, distinguendola dalla data di imbottigliamento.
Il pomodoro matura in pieno campo solo d’estate e la sua raccolta va da luglio agli inizi di ottobre, ma pochi sanno che la sua trasformazione in conserva segue strade diverse: c’è chi, come La Fiammante, produce e imbottiglia durante i mesi di raccolta (anzi, a poche ore dalla raccolta per preservare la naturale fragranza), e chi invece concentra il succo di pomodoro nei mesi di raccolta e lo tiene stoccato in silos per poi rilavorarlo e imbottigliarlo, anche a distanza di molti mesi dalla produzione. Nulla di illegale, ma di sicuro una pratica meno trasparente e una diversa qualità di prodotto.
Contadino, azienda, consumatore: un’alleanza per la trasparenza, utile a promuovere l’autentico made in Italy ma anche, più semplicemente, un cibo sano, pulito e giusto.