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La ristorazione turistica è trainante, ma come recuperare i turisti italiani?

17/10/2024

I dati di questa estate, appena trascorsa, lo confermano: la ristorazione rappresenta, ancora una volta, un aspetto trainante del turismo italiano. Per gli operatori del settore, potremmo definirla quasi una certezza, oltre che una speranza che si rinnova di volta in volta, confermata nuovamente da numeri significativi, sia sul piano economico che su quello delle presenze di visitatori nel nostro Paese. Ma tali dati devono essere, a nostro avviso, anche da stimolo per trovare ancora nuove formule, rafforzando e agevolando magari l’offerta e i pacchetti di accoglienza. 

Se da un lato, infatti, i numeri positivi rappresentano nuova linfa e danno nuovo vigore al comparto, dall’altro lato dovremmo chiederci che cosa fare per recuperare quella fetta di turisti in calo, seppur ancora leggermente, ma ai quali siamo particolarmente legati: gli italiani! 

Nelle scorse settimane, in occasione della Giornata mondiale del turismo, con grande attenzione abbiamo visionato i dati (pubblicati su la Repubblica) in merito a un’analisi di FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) sulla stagione estiva 2024 (giugno – agosto), dai quali emerge che dei 62 miliardi di euro complessivi spesi dai turisti in Italia questa estate, ben 11,7 miliardi sono stati destinati alla ristorazione. Il totale delle presenze è stato di 215 milioni di persone, con una crescita del +1,6% rispetto al 2023, di cui un +4% di stranieri, mentre un leggero calo si è registrato nella presenza dei turisti italiani nelle strutture ricettive e ristorative.  

Insomma, anche qui alcune importanti riconferme: gli stranieri amano il nostro Paese e non solo per le bellezze paesaggistiche, naturalistiche, culturali, ma anche (e forse, soprattutto!) per le tradizioni enogastronomiche. È ormai assodato, infatti, che quando si fa ritorno a casa, dei nostri viaggi restino quasi sempre i ricordi su come ci siamo trovati e su come e cosa abbiamo mangiato durante il nostro soggiorno. Quindi, un grande plauso a tutti coloro che, come le migliaia di associati alla Federazione Italiana Cuochi, rappresentano l’offerta ristorativa a tutti i livelli, dalla cucina gourmet e stellata alla trattoria a conduzione familiare, dall’ormai amato e ricercato street food alle combinazioni tra cucina e campagna negli agriturismi, fino al rinomato comparto della ristorazione in hotellerie. 

Ma come recuperare quei turisti italiani che desiderano ancora visitare e scoprire anch’essi il Bel Paese, andare per ristoranti e trattorie per godere appieno delle proprie ferie e magari si scontrano con offerte ricettive non proprio alla loro portata? È vero, i tempi e anche il clima sono cambiati, così come le possibilità economiche e di spesa. Gli stipendi, spesso purtroppo, non sono adeguati a consentire una vita più tranquilla, magari programmando una settimana o più di vacanza con la propria famiglia. Molto spesso, invece, proprio come confermato questa estate, i turisti stranieri hanno capacità di spesa più elevate e sono il vero ossigeno per le nostre aziende. 

Utile dunque, a nostro avviso, sarebbe cominciare a riflettere su come tutelare questa importantissima fetta di mercato, cioè gli stranieri, tenendoceli stretti e anzi invogliandoli a ritornare, ma anche su come recuperare quella seppur piccola percentuale di italiani in calo nelle presenze, che devono purtroppo (e magari non vorrebbero!) rinunciare alle vacanze nel loro stesso Paese. 


 

Rocco Cristiano Pozzulo (Presidente nazionale FIC)

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