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Le Vitel Etonné

14/06/2024

Le Vitel Etonné

Un nome che ben si sposa con il territorio piemontese, Le Vitel Etonné.
Un nome che Luisa Pandolfi ha colto in pieno dalla mente fervida di Bob Noto nel 2001, quando era pronta ad aprire il suo locale: divertimento, gioia di condividere questa passione, voglia di provarci sono stati gli elementi che hanno motivato la giovane donna ad intraprendere questo percorso.
Sono passati più di vent’anni e il Vitello, come lo chiama affettuosamente Luisa, è cresciuto bene.
Siamo nel pieno centro di Torino e qui, da anni, vanno in scena in base alla stagionalità e in collaborazione con fornitori fidati i Presidi Slow Food, la carne di razza Fassona, le uova della Cascina Mana, i formaggi di alpeggio, gli ortaggi e le verdure fresche dei contadini per realizzare ricette classiche della cucina piemontese e non solo.
Luisa, inoltre, ha voluto che le paste all’uovo prodotte al ristorante avessero trenta uova per chilo, un successo che l’ha invogliata ad aprire anche il piccolo pastificio artigianale accanto al locale e alla cantina ricavata tra mura ottocentesche.
“Al Vitello produciamo ogni giorno la pasta fresca. È un atto di amore e di gioia, di ricerca, di fiducia, di creatività e di arte. – ci racconta Luisa - Ci vuole pazienza e la dedizione che solo l’amore dona per lavare, rompere e dividere albumi e tuorli di centinaia di uova ogni giorno. Ci vuole ricerca per individuare materie prime eccellenti e ci vuole fiducia nel far crescere il rapporto con i contadini e gli allevatori con cui collaboriamo da tanti anni. Perché la pasta fresca del Vitello non è solo farina, acqua e uova. È testare le farine per gli impasti, scegliere di lavorare con le uova eccellenti di galline non costrette in gabbie e allevamenti intensivi, davvero biologiche.

Lo chef Massimiliano BrunettoLo chef Massimiliano Brunetto

È inventare ripieni e condimenti diversi con abbinamenti che esaltino la profonda sensualità che un piatto può evocare. È rispetto per le scelte alimentari di ognuno dei nostri clienti, come per i vegani, per cui abbiamo creato gustosissimi ravioli ripieni di verdure di stagione, con sola farina di tipo 1 più ricca di fibre e sali minerali e acqua”.
La passione per quest’avventura non è mai venuta meno, anzi. È qui che si può capire alla perfezione la cucina piemontese, in questo angolo speciale di Torino.

Abbiamo assaggiato il loro vitello tonnato e i tajarin, scoprendo gusti che restano impressi nella memoria con la forza di richiamarne altri e altri ancora: forse è questo che rende questo locale quasi unico nel suo genere. Abbiamo cenato spalla a spalla con persone che arrivavano dall’altro capo del mondo e che restavano estasiati dal calice di vino proposto da Bruna Pogliano, come se li conoscesse da sempre, sapesse quali fossero i loro gusti. L’arrivo degli agnolotti gobbi torinesi, anticipato da un’insalata russa così speciale che ne mangeresti un chilo, hanno completato l’estasi di quei commensali che, probabilmente, nel lontano oriente da cui provenivano l’hanno vissuta solo con lunghe ore di meditazione.

È un posto semplice Le Vitel Etonné, ma non ti stancheresti mai di farci un salto quando ti trovi nel capoluogo piemontese; si coniuga alla perfezione con la ricchezza culturale che questa città sta vivendo dopo i lunghi anni in cui era sempre e solo la città della Fiat. 

“Torino ha molto da dare a chi la vuole davvero scoprire; è stata un laboratorio straordinario di convivenza negli anni del boom economico, nonostante si pensi che i meridionali emigrati erano isolati dal contesto cittadino; dopo è diventata la città dove si è potuta scoprire l’Italia gastronomica di qualità grazie al Salone del Gusto; l’apice lo si raggiunge, però, ogni anno con il Salone del Libro a maggio che, nell’edizione appena conclusa, ha dato il meglio di sé come proposta culturale. Per non parlare dei grandi eventi sportivi che animano la città” racconta Luisa Pandolfi, orgogliosa di un successo meritatissimo.

Tortelli di anatra in acqua di fungo porcino e Tartufo bianco dTortelli di anatra in acqua di fungo porcino e Tartufo bianco d'Alba

Cosa si può fare a Le Vitel Etonné

La cantina sotterranea è il posto ideale per degustare i grandi vini che compongono la carta ma anche per bere un normale bicchiere accompagnato da un piatto o assistere alla presentazione di un libro, di un progetto culturale, oppure trascorrere qualche minuto in assoluto relax.

Il piano superiore, che si affaccia si Via San Francesco da Paola al civico 4, a pochi passi dalla centralissima Via Po, ospita la sala principale, con cucina a vista da cui lo chef Massimiliano Brunetto, allievo di Pietro Leemann e di Carlo Bagattin, può osservare come reagisce la sala alle sue proposte. Credo che, ogni sera, provi grande soddisfazione perché è qui che Le Vitel Etonné da il meglio di sé, con un menu talmente goloso che la scelta diventa, paradossalmente, difficile perché non si vorrebbe lasciare nulla di intentato. Ma basta ritornarci ancora e ancora!

 

Le Vitel Etonné
Via San Francesco da Paola, 4
Torino Tel. 011 8124621

www.leviteletonne.com 

a cura di

Luigi Franchi

La passione per la ristorazione è avvenuta facendo il fotografo nei primi anni ’90. Lì conobbe ed ebbe la stima di Gino Veronelli, Franco Colombani e Antonio Santini. Quella stima lo ha accompagnato nel percorso per diventare giornalista e direttore di sala&cucina, magazine di accoglienza e ristorazione.
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