È ormai risaputo che la tecnologia può migliorare la funzionalità umana. Oggi grazie all'intelligenza artificiale possiamo anche semplificare i processi. Eppure molti tendono ad associare all’A.I. una connotazione insidiosa, in gran parte a causa di Hollywood. Prendiamo ad esempio un famoso film di fantascienza intitolato "I, Robot", che tratta di robot altamente intelligenti che occupano posizioni di servizio pubblico, con un epilogo però piuttosto drammatico. Al centro del film ci sono le tre leggi della robotica, regole inventate da Asimov, che stabiliscono la relazione uomo/robot. Fondamentalmente: i robot devono ascoltare gli umani, prendersi cura degli umani, aderire alle indicazioni umane.
In ogni caso l’errore è anche quello di relegare l’A.I. solo alla robotica. Questa è una delle innumerevoli applicazioni. Qualche altro esempio? Attraverso l’analisi dei dati, gli esercenti potrebbero identificare tendenze di consumo, previsioni di domanda e gestire in modo più efficace gli approvvigionamenti. L’IA potrebbe anche contribuire a ottimizzare la pianificazione del personale, prevedendo i picchi di attività e garantendo che ci sia un numero adeguato di dipendenti per soddisfare la domanda.
Inoltre attraverso l’apprendimento automatico e l’elaborazione del linguaggio naturale, le imprese potrebbero monitorare le recensioni online e i commenti sui social media per rilevare eventuali problemi o critiche. Ciò consentirebbe loro di rispondere tempestivamente e risolvere le problematiche, dimostrando una maggiore cura verso i clienti. Inoltre, l’IA potrebbe essere utilizzata per migliorare la sicurezza alimentare, rilevando potenziali rischi e anomalie nella produzione e nella preparazione dei cibi.
Quali sono le implicazioni per la ristorazione e l'ospitalità? Moltissime. Ecco perché molte conferenze nell’ultimo anno si sono concentrate tutte su questo tema. E ovunque la conclusione è sempre stata la stessa: sebbene l'IA abbia il potenziale per automatizzare determinate attività e migliorare l'efficienza operativa nel settore horeca, è improbabile che sostituisca completamente tutti i lavoratori del settore nel prossimo futuro.
E questo per vari motivi:
-Interazione umana e servizio personalizzato: l'IA può aumentare questi servizi ma è improbabile che sostituisca completamente la necessità di interazione umana.
-Compiti complessi e specifici del contesto: sebbene l'IA possa aiutare, potrebbe avere difficoltà a replicare il livello di comprensione richiesto per tali compiti.
-Situazioni ed emergenze imprevedibili: gli esseri umani sono meglio attrezzati per gestire questi scenari.
-Preferenze degli ospiti e sfumature culturali: l'IA potrebbe avere difficoltà a raggiungere questo livello di consapevolezza culturale e adattabilità.
-Connessione emotiva ed empatia: questi sono difficili da replicare in modo autentico per l'IA.
L'ultima ragione è che l'intelligenza artificiale non è senziente. Almeno non ancora. Nessuna macchina o robot può sostituire la sensibilità necessaria quando vede un collaboratore triste o replicare la compostezza necessaria quando si ha a che fare con un ospite indisciplinato. Le sue applicazioni quindi sono vaste. E questo è positivo. Quello che non può fare è sostituire l'ospitalità perché, per definizione, l'ospitalità si trasmette con sentimento e amore. Homer Simpson una volta esclamò: "I computer possono farlo?" Possono fare molte cose, certo, ma ci sono alcune cose che è meglio lasciare agli umani.
Claudia Ferrero