Trattoria o ristorante: qual è la definizione corretta per il vostro locale?
Federica Rossini: “Per la Camera di Commercio di Alessandria siamo Albergo Ristorante Cacciatori, ma per noi non esiste come argomento. Vogliamo semplicemente essere un posto dove ti piace andare”.
Massimo Milano: “Non vedo la differenza tra trattoria e ristorante. Vedo invece profondamente sbagliato che un McDonald’s e un luogo come Dal Pescatore, tre stelle Michelin, siano classificati allo stesso modo ristoranti”.
I Cacciatori sono conosciuti per l’utilizzo di una cucina economica, quella che funziona ancora con la legna. Perché utilizzate ancora questa cucina, quali sono le tecniche, come si imparano e come è il gusto di un piatto realizzato con questo tipo di cottura?
Federica Rossini: “Io sono entrata in cucina arrivando da un percorso diverso, dall’analisi sensoriale. Vengo da una famiglia dove nonna e mamma sono state donne emancipate, che lavoravano: commerciante la nonna, maestra la mamma. Una mamma che dava importanza a come si cucinava, per lei non aveva senso andare in macelleria a farsi tagliare un pezzo di pollo quando non ci vuole niente a farlo da soli. Questo metodo mi ha portato a guardare alla cucina in modo diverso, ho fatto un master in analisi sensoriale e, per passione, facevo raccolta di ricette pensando che un giorno, forse, le avrei fatte. L’approccio sensoriale mi ha aiutato tanto e Davide Scabin un giorno mi disse: i tuoi studi ti aiuteranno quando e solo quando avrai il senso del posto. Poi ho conosciuto Massimo e il posto è diventato questo. Voglio ricordare un’altra grande persona, Nadia Santini, che mi disse: anch’io ho imparato da mia suocera. Qui ho trovato questa stufa, del 1952, dove ci lavorava su mia suocera, non c’era altro e su questa ho dovuto imparare. Non è facile, è un vero e proprio sapere, non tutto reagisce allo stesso modo su questi fuochi che non si vedono. Un fuoco nascosto, che lo senti ma non lo vedi, che ti fa anche riflettere sul tempo. Molte volte mi ritrovo a guardare fuori dalla finestra intanto che i cibi cuociono e vedo il tempo che cambia le cose, i colori, il cielo. È un tempo più lento, che si lascia osservare. Il sapore? Diventa subito familiare per chi l’ha conosciuto da bambino; diventa di una bontà diversa da tutto per chi lo assaggia per la prima volta. Oggi vengono da noi anche per questo, gli ospiti ci chiedono di vederla questa vecchia signora che compie 71 anni, un’amica con cui devi passare del tempo, un’ottima compagna di lavoro”.