Come si impara questo lavoro? Quanto conta frequentare l’istituto alberghiero oggi?
“Sarebbe importante ma ci sono troppe cose che non vanno bene. Lo vedo ogni volta che mi capita di essere in commissione d’esame. Di base i ragazzi approcciano questo mondo con il pensiero: non so cosa fare, scelgo l’alberghiero. All’interno della scuola poi trovano una didattica superata dalla società. Quando poi vanno in stage non c’è un criterio oggettivo per trovare la struttura migliore per ogni ragazzo e quindi si ritrovano magari in un bar o in un locale dove non apprendi nulla. Infine pesa la poca considerazione che la politica nutre nei confronti dell’intera categoria. Tutto questo sta portando ai problemi attuali: mancanza di personale qualificato, costi gestionali insostenibili. Per questo sono arrivato alla considerazione che, per fare bene questa professione, devi avere dentro una sorta di naturalità verso l’accoglienza delle persone, deve piacerti. Un po’ come Messi per il calcio, impari facendo ma lo stimolo devi averlo dentro in maniera naturale”.
Una visione originale la tua, ma cosa bisogna cambiare per rendere attrattiva questa professione, a tuo parere?
“Valorizzare di più il lavoro di sala, con corsi formativi specifici e improntati all’oggi; puntare sulla televisione; conoscere il nome di chi lavora in sala. Queste sono alcune delle cose necessarie e urgenti da fare”.
Cosa hai ricavato dalla partecipazione ad Emergente Sala?
“Una partecipazione nata per caso. Me ne aveva parlato Alessandro, lo chef. Ero un po’ titubante ma vedendo lui così convinto mi sono candidato e ho fatto bene. Ho visto ragazzi come me difendere con passione questa professione, mi sono confrontato con loro, insieme abbiamo vissuto un percorso di crescita ulteriore”.
Come vivi questa società così precaria?
“La vivo con la paura del futuro. Sto cercando di fare il possibile per togliere un po’ a me per dare ai miei figli quando ci saranno, alla mia compagna. Voglio creare le condizioni per dar lor un po’ di sicurezza in più”.
Cosa ti fa piacere in una serata di lavoro?
“Mi rende appagato vedere il cliente che si alza entusiasta della serata che ha vissuto, ricevere i complimenti personali dalla maggioranza dei tavoli che quella sera erano serviti da me”.
Quanti anni hai?
“27, 28 a ottobre”.