La fisiologia del gusto
Inizialmente anonimo e pubblicato a sue spese, La fisiologia del gusto è suddiviso in due parti. La prima presenta 20 gustosi aforismi, uno dei quali è sulla puntualità a tavola, così cara all’autore: “per il cuoco, la puntualità è la dote più indispensabile: tale deve essere anche per l'invitato”. Un altro è, invece, sulla cucina: “la scoperta di un nuovo piatto contribuisce molto di più alla felicità umana della scoperta d'una nuova stella”. Seguono 30 capitoli o “Meditazioni”, riflessioni su diversi temi quali i comportamenti da tenere a tavola, spiegazioni scientifiche sul gusto, sulla chimica delle cotture e degli alimenti e sulla botanica. Vi è poi la storia e le qualità del caffè, del vino, del cioccolato e dello zucchero e gli effetti positivi di una corretta alimentazione sul sonno e sul peso corporeo.
Spassosa, tra le altre, è la Meditazione VII dal titolo la “Teoria della frittura” dove Brillat-Savarin apostrofa il povero Maestro La Planche, cuoco del professore, come “friggitore incerto” perché si era permesso di servire una sogliola non cotta a regola d’arte, “bianchiccia, molle e scolorita”, giudicata una vera calamità. Il gastronomo avvia, quindi, una spiegazione per una buona frittura, affidata alla tecnica della “sorpresa”, ossia al brusco istante in cui il cibo viene “sorpreso” e immerso in olio bollente, creando così una crosta tutt’attorno.
La seconda parte è una miscellanea di avvenimenti e osservazioni, con l’inserimento di qualche strana ricetta come “l’omelette del curato”, una frittata al tonno “tonda, panciuta e cotta a puntino”.
Il testo termina con un “congedo” una sorta di passaggio di testimone a tutti i futuri gastronomi e l’invito a “lavorare per il bene della scienza”,
Le pagine sono ricche di aneddoti, talvolta esilaranti, consigli, conversazioni private e riflessioni dell’autore sulla gastronomia ma non solo: la novità di questo testo è una narrazione teorico-filosofica sui sensi, sul piacere, sul gusto e, soprattutto, sulla tavola imbandita come centro della socialità e della società, intrecciando, per la prima volta, sociologia, antropologia, psicologia e sensorialità. Con uno stile comprensibile a tutti e piacevole, mentre presenta ricette e consigli sulla riuscita di un pranzo, Brillat- Savarin disserta sull’esistenza umana, “esaurimento” compreso.
La fisiologia del gusto fu un divertissement letterario per l’autore, di grande successo solo dopo la sua morte, e una novità per i suoi contemporanei: il pubblico, abituato ai classici libri di ricette di cucina, si trovò di fronte a un’opera innovativa e curiosa, sospesa tra opera scientifica ma leggera nello stile e un’opera letteraria e filosofica ma divulgativa.