Un’organizzazione singolare
“Come, sei solo in cucina?”.
È inevitabile esordire così quando si inizia a parlare con Luca. Da tempo Luca guida l’intera cucina da solo, affiancato solo da un lavapiatti.
“Sì, e la ragioni sono due” ribatte subito. “La prima è che vivo il ristorante e il mio spazio di cucina con un coinvolgimento totale. Li sento miei e voglio che le mie mani siano lì, impiegate in ogni preparazione e piatto. I piatti non saranno impeccabili, millimetrici, ma nella mia idea di cucina c’è questo: l’equilibrio, la costanza, ma anche quel pizzico tollerabile di artigianalità che rende il cibo più comprensibile e meno ineccepibile. La seconda ragione riguarda il tema del personale, che come sapete è carente. Per mandare avanti un locale bisogna trovare delle soluzioni pragmatiche e questa ci sta dando modo di lavorare con più serenità”.
In sala ci sono, sin dalle prime ore, Sofia, la compagna di Luca, e Alessandro.
“Serviamo al massimo quattordici coperti e chiudiamo le prenotazioni alle ore 15 per il servizio della sera. Questa scelta ci consente di mettere in atto un sistema organizzativo preciso ed efficace. Può sembrare difficile, un azzardo, ma è solo una questione di preparazione maniacale e dialogo tra sala e cucina”.