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Officine del Cibo, inno alla pizza

14/03/2025

Officine del Cibo, inno alla pizza

La località è interessante per la sua posizione – arrivando dalla Toscana è il primo comune ligure che si incontra nell’entroterra - e come tale riunisce il fascino del territorio: il mare all’orizzonte, il verde delle colline intorno, tra le Cinque Terre e la Lunigiana. 

Dal 2017 Sarzana può vantare un’attrattiva in più, Officine del Cibo, la pizzeria che Giacomo Devoto ha voluto offrire alla sua città natale e che rappresenta, in un certo senso, il riepilogo di un percorso di ricerca che dell’arte gastronomica ha fatto un inno all’accoglienza e al buon cibo.

Un ristorante di ricerca, Locanda dei Banchieri, una trattoria con bottega, Fuìn, e Officine del Cibo dove lo chef Devoto, affiancato da Gian Marco Ferrandi, pizzaiolo ed esperto lievitista, propone pizza napoletana classica dall’identità ben definita ed elaborata con cura. C’è un progetto dietro, uno studio accurato che tende a valorizzare il prodotto mantenendo la tradizione in un percorso di degustazione dove l’impasto della pizza napoletana viene rispettato nell’elaborazione di forme differenti e topping moderni. Verace e contemporanea, classica diversificata.

“Abbiamo voluto offrire un’interpretazione della pizza napoletana capace di soddisfare ogni palato – spiega Giacomo Devoto – anche quelli a cui non piace il classico. Siamo partiti dalla tradizione, che rispettiamo perché sta alla base del concetto, ma abbiamo studiato versioni più moderne nella presentazione e nelle farciture. Come le pizze al vapore e quelle al padellino, che offrono un tocco di contemporaneità al menù del locale restando nella tradizione. Puntiamo a realizzare una pizza equilibrata dove il topping non appesantisce il disco di pasta e il numero di ingredienti utilizzato è contenuto: solo due o tre oltre gli ingredienti di base, per mantenere l’apporto gustativo e soddisfare il palato senza confonderne la percezione, anche nella lista delle pizze signature, quelle maggiormente elaborate”. 

Officine del Cibo, inno alla pizza
Officine del Cibo, inno alla pizza

La pizza ai 5 pomodori

È un lavoro a quattro mani quello che Giacomo Devoto e Gian Marco Ferrandi conducono a Officine del Cibo. Un lavoro centrato sul rispetto della materia prima che viene scelta con cura, sulla quale applicano un’opera di selezione frutto di competenza, un gioco di bilanciamento e armonia. Come per la pizza ai 5 pomodori che Devoto spiega: “Il topping è formato da cinque tipologie di pomodoro con Parmigiano Reggiano affumicato e all’interno troviamo Piennolo giallo e rosso, polvere di Miracolo di San Gennaro varietà presidio Slow Food, il classico pomodoro San Marzano. La classicità del topping incontra la contemporaneità perché il mix di sensazioni che sprigiona al palato diventa aromaticità e equilibrio di acidità. Sono sapori moderni, anche innovativi, ma sempre comprensibili. Il cliente deve poter capire e apprezzare, distinguere sapori e consistenze”. 

È un’opera di precisione, un cesello di idee, quella che Giacomo Devoto e Gian Marco Ferrandi eseguono su un prodotto, la pizza, che ha subito, nel bene e nel male, tante trasformazioni. 

“Io credo che la concezione della pizza d’ora in poi non subirà più ulteriori sviluppi – afferma Devoto – ma maggiore attenzione. La gran parte della gente oggi sceglie con cura ciò che la fa star bene, capisce se il disco è ben lievitato, preferisce farine meno raffinate, si accorge se dietro c’è ricerca e attenzione anche per gli aspetti nutrizionali. Noi, in 12 anni, abbiamo ampliato le nostre conoscenze e cerchiamo di dimostrarlo nei fatti. Credo che oggi si debba trovare un punto di incontro tra quello che viene definito fine dining, ormai troppo cervellotico e poco compreso dal pubblico, e la percezione comune della pizza come piatto povero, che purtroppo persiste nella stragrande maggioranza delle persone, soprattutto in provincia. Occorre mediare tra la pizza popolare realizzata con materie prime e ingredienti di scarsa qualità e progettazioni arzigogolate ed eccentriche che fanno lievitare il food cost oltre all’impasto ma non aggiungono valore al prodotto finale. Quella non è più pizza. La cucina deve restare cucina e mettersi al servizio della pizzeria per aumentare il livello di interesse e far diventare la pizza quell’eccellenza che dovrebbe essere, vanto per l’Italia e le sue tradizioni. Dobbiamo puntare sulla qualità e migliorare la percezione della popolazione nei confronti del prodotto. Ma è molto difficile”. 

Difficile e complesso anche perché la comprensione del concetto abbraccia una serie di riflessioni che comprendono la definizione del food cost, il rispetto della capacità di spesa della clientela, il livello di servizio offerto: “Se metto sulla pizza ingredienti troppo costosi – afferma Devoto – anche senza ricarico, la pizza diventa troppo cara e la gente non la sceglie. Devo essere in grado di calibrare meticolosamente qualità e costi. Non si improvvisa questo mestiere, ci vogliono competenze adeguate e finché il potere d’acquisto degli italiani sarà quello corrente sarà sempre più complicato far quadrare i conti mantenendo alta l’asticella della qualità, che non possiamo certo abbassare”. È quasi un appello quello che Giacomo Devoto lancia. 

Intanto, a Officine del Cibo, Devoto e Ferrandi lavorano alacremente e con criterio per offrire un’ottima pizza, classica quanto basta, innovativa dove serve, concettualmente raffinata. Un progetto gastronomico sintesi di ricerca ed esplorazione, di equilibrio tra tradizione e inedito: l’italianità ai massimi livelli. Da provare, di sicuro. 

Officine del Cibo, inno alla pizza

Officine del cibo

Via Brigata Partigiana Ugo Muccini, 181
19038 Sarzana (SP)

Tel. 393 958 4694

www.officinedelcibosarzana.it 

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