Il riutilizzo della miniera e le caratteristiche di Ol Minadùr
Le miniere, storico simbolo di Dossena, sono state ripristinate nel settembre 2014, grazie al lavoro di 80 volontari coordinati dal Comune di Dossena, e riaperte nel 2015. In quegli antri stagiona Ol Minadùr per circa tre mesi. Dopo accurati test sulle proprietà sensoriali e sulle modalità di affinatura, la Galleria dei Sospiri (a 350 m dall’ingresso delle miniere e a 100 m sotto il livello del suolo) si è dimostrata il luogo più adatto alla stagionatura del formaggio. Grazie alle peculiari condizioni ambientali di umidità e temperatura delle miniere, la maturazione protratta per almeno 90 giorni favorisce una minore perdita di acqua nel formaggio, donando al prodotto una struttura morbida e con un ventaglio aromatico unico, particolarmente ricercato dagli intenditori. Caratteristiche uniche: semistagionato, non particolarmente complesso, da un punto di vista palatale latticinoso, con qualche nota verde e una consistenza media che può ricordare una toma non molto stagionata.
“Ne vengono prodotte, ad oggi, pochissime forme e questo è il punto rilevante a cui stiamo dando risposta con il progetto SMAQ – ci spiega Vincenzo La Forgia – che ha coinvolto altri produttori, con un corso di formazione dedicato al marketing e alla vendita, e buona parte della comunità. Il primo risultato è stato aprire, a fianco delle miniere, un piccolo centro che permette di fare numerose attività tra cui quella di vendere Ol Minadùr ai visitatori del territorio che, quest’anno, hanno raggiunto il numero interessante, ben 35.000”.
La formazione dei produttori
L’Università di Scienze Gastronomiche ha coinvolto, per formare i produttori, uno dei migliori formatori italiani: Paolo Sampò.
A lui abbiamo chiesto come è strutturato il corso per valorizzare Ol Minadùr.
“Finora abbiamo svolto lezioni online, ogni volta sempre più partecipate. A settembre andrò direttamente a Dossena per fare incontri di persona. I temi trattati sono stati: introduzione al concetto di rete commerciale: che cos’è una rete e perché è strategica per piccoli produttori. L’importanza della narrazione territoriale. I valori guida: “buono, pulito, giusto” come si traducono in pratiche commerciali; la coerenza tra prodotto, prezzo e pubblico. L’identità del formaggio Minadùr e posizionamento come, ad esempio, differenziare: cosa rende unico il Minadùr; come comunicarlo (in parole semplici ma efficaci). Gli esempi concreti di reti di successo: modelli replicabili in piccoli territori; casi studio brevi e pertinenti (es. consorzi, mercati contadini, gruppi d'acquisto). L’attivazione finale: spunti per riflettere sul proprio ruolo nella rete; micro-esercizio da portare al modulo in presenza (es. mappare potenziali contatti, idee di collaborazione). Nel prossimo incontro affronteremo le varianti della vendita, a chi, in quale modo, con quali strumenti. È entusiasmante questo corso per il livello di attenzione e di partecipazione; è come se un’intera comunità si ritrovasse in un percorso di cambiamento e di crescita” racconta Paolo Sampò.
Sono questi i simboli di un’Italia buona, pulita e giusta.