Preferisci il cliente che sceglie il menu degustazione o la carta?
“Questa domanda apre una riflessione sulle dinamiche di un ristorante che, oggi, stanno cambiando profondamente. Purtroppo ci sono serate e persone dove a occupare i pochi tavoli che abbiamo mangiano un piatto in due, bevendo acqua. Quella che ti ho descritto è una situazione estrema ma può succedere. Il ristorante è un’attività imprenditoriale e commerciale che non potrebbe reggersi se quel caso estremo si ripetesse spesso. Ecco il perché di un menu degustazione, perché ci consente di ottimizzare i costi e il servizio di cucina, oltre a raccontare qualcosa in più all’ospite. Ma in questo c’è anche la componente salutista di cui tener conto e, di conseguenza, il nostro ospite può scegliere tra i tre menu degustazione i piatti che ritiene più funzionali al suo gusto e al suo benessere e comporre il tutto. Andare al ristorante significa entrare in un luogo di piacere, non dobbiamo violentare psicologicamente i nostri ospiti. Un ‘ultima cosa, dal momento che parliamo di organizzazione del lavoro: nella nostra famiglia abbiamo adottato alcune pratiche. La prima è dettata dal fatto che quando siamo assenti sia io che mio padre in sala il ristorante resta chiuso. Per rispetto verso chi si spinge fino a Guardiagrele per provare un’esperienza. La seconda è dettata dal fatto che il piatto buono rappresenta una percentuale dell’esperienza; il resto lo fa un’accoglienza sincera che non si formalizza troppo. Fino a qualche anno fa pensavo che, avendo una stella Michelin, dovessimo adottare un certo stile di servizio. Oggi quel pensiero è scomparso, frutto di un confronto con il mio staff che capiva il bisogno vero dell’ospite: quello di essere accolto. Ho assunto una fumettista che mi ha fatto delle tavole con i super-eroi ambientati nel ristorante, accompagniamo i bambini in cucina, creiamo le condizioni perché ognuno stia davvero bene”.
L’ultima domanda: stai allevando dei ragazzi che vogliano fare davvero questo mestiere?
“Assolutamente si, partendo da un principio: le persone vanno considerate! Ci vuole il tempo necessario per interessarsi davvero, per ascoltare prima i loro bisogni e poi i loro suggerimenti. Con me ci sono persone che sono qui da anni, perché? Perché ho adottato questa regola. La ragazza che è la mia spalla, Maria Pia Costanzo, è con me da ormai quattro anni. Sacko, un ragazzo di colore entrato come lavapiatti, oggi fa servizio in sala, per darti due esempi. L’altra cosa che non deve mai farci innervosire è quando se ne vanno perché è normale, anzi benefico per loro, che vogliano arricchirsi di altre esperienze”.
Villa Maiella
Via Sette Dolori, 30
66016 Guardiagrele (CH)
Tel. 0871 809319
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