Un omaggio all’imprenditorialità agricola italiana
Perché la pizza di Giovanni Mandara è il risultato di uno studio profondo, dell’applicazione di metodi e saper fare antichi suffragati da cognizioni scientifiche che si manifestano attraverso la proposta di un prodotto finito buono, leggero e digeribile, appagante e salutare. Un esercizio di alchimia divulgato attraverso la fruizione e comunicato a chiare lettere. “C’è voluto molto tempo e tanta fatica – afferma Giovanni – prima di trovare il giusto bilanciamento degli ingredienti, ma oggi sono molto soddisfatto tanto che ormai posso dichiararlo in carta in modo che i miei clienti possano essere informati e scelgano con cognizione. A partire da giugno, infatti, indicheremo anche i marchi delle aziende molitorie che partecipano al progetto e fanno parte della formulazione del blend. Un ulteriore passo avanti e una dichiarazione di trasparenza a riscontro dell’enorme lavoro di ricerca fatto finora”.
Il menù di Piccola Piedigrotta rispecchia lo studio e l’evoluzione che Giovanni Mandara mette quotidianamente nel suo lavoro; “Con questo impasto preparo tutte le pizze in carta, tra cui una pizza che ricorda quello che un tempo veniva chiamato ‘pane dei marinai’, biscottato, con le acciughe. Si preparava per il giorno dei morti, lo facevano tutti i panifici della costiera e ci mettevano anche il finocchietto, che qui però non incontra il gusto e allora ho deciso di ometterlo. È una questione culturale, penso che non sia giusto imporre, meglio rispettare i gusti della gente, e comunque è interessante anche ristudiare certe ricette e adeguarle al contesto. Bisogna sempre studiare nuovi abbinamenti, accompagnare le persone all’assaggio proponendo con discrezione”.
È un percorso in continuo divenire, quello che Mandara affronta ogni giorno per trovare nuove formule, scovare materie prime e ingredienti insoliti, eccellenti, che aggiungano valore a un impasto straordinariamente innovativo, come la pizza con germogli di cipolla, cedro, acciuga, uva caramellata e pepe; o come la pizza classica – che ha chiamato col suo nome, Mandara – con cipolla rossa di Breme, acciughe di Sciacca, olive Peranzana in acqua di mare e mozzarella Vacche Rosse che, afferma: “Ricorda la stagione che si sta affacciando, perché la cipolla di Breme, molto dolce, matura a fine giugno. La stagionalità delle materie prime che utilizzo è importante. In questo periodo per esempio metto sulle pizze l’asparago bianco e l’asparago rosa. Mi piace cercare prodotti insoliti: ho scoperto l’asparago rosa di Cilavegna, straordinario”.